Balliamo sul mondo diventa musical Made in Italy con Chiara Noschese

Balliamo sul mondo diventa musical Made in Italy con Chiara Noschese

di Valentina Venturi
«Gli auguro di rimanere così com’è a livello caratteriale, di generosità e curiosità. Anzi di triplicare le sue doti. È l’unico vero poeta con cui ho lavorato. È stata una grande fortuna». Chiara Noschese augura buon compleanno a Luciano Ligabue, che venerdì scorso ha compiuto 60 anni e che ha partecipato alla scrittura di Balliamo sul mondo - Il musical, Made in Italy incentrato su un gruppo di liceali, di cui Noschese è autrice e regista che debutterà al teatro Olimpico conclusa l’emergenza Covid .

Perché ha scelto le canzoni Ligabue come filo narrativo? 
«Questa storia mi commuove e avevo urgenza di raccontarla. E le sue canzoni sono perfettamente aderenti alla vicenda che raccontiamo. La sua musica è nel mio cuore».

Ha partecipato alla stesura dei dialoghi?
«Luciano è più grande di me ma in realtà è più giovane: io sono un po’ antica, invece lui sa come parlare ai giovani. Ed è anche un grande dialogista comico, ci sono dei momenti in cui si ride molto». 

Avete lavorato fianco a fianco: ha un difetto? 
«Magari un abbraccio, certo non adesso, o una pacca sulla spalla in più! È molto parco nelle dimostrazioni affettive, il suo affetto e la stima li dimostra in altre maniere, standoti a sentire. È uno degli uomini più fighi che abbia mai incontrato nella mia vita».

In tempi di coronavirus, lei come si sta comportando?
«Oggi pomeriggio giovedì scorso per chi legge, ndr.) ho fatto la mia prima lezione in streaming con gli allievi dell’Accademia del Musical del Teatro Nazionale di Milano. Consiglio a tutti di avere cura, in primis di noi stessi e poi della nostra casa, per prepararci a quano ricominceremo a lavorare. La vita è fatta di rogne, per questo dobbiamo nutrire la nostra interiorità e può riuscirci solo il bello, l’arte».

Suo padre è Alighiero Noschese, il celebre imitatore. Cosa le direbbe?
«Sarebbe molto fiero perché anche a lui piacciono i giovani e questo è uno spettacolo su di loro, sui giovani senza smartphone e che se stanno sei ore insieme, lo fanno senza altre distrazioni. Di solito non sono mai fiera di quello che faccio, mi critico in modo terrificante, ma questa volta no, lo rifarei identico».
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Marzo 2020, 08:58
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