Secondo i numeri diffusi dall’assessora Roberta Cocco, nel trimestre gennaio-marzo i deceduti sono stati 4459 quest’anno, 3888 nel 2019 e 3929 nel 2018: la crescita, tra il 2019 e il 2020, è del 14.7%. Ma osservando il solo mese di marzo, quello dell’esplosione dell’epidemia, il confronto diventa ancora più drammatico: quest’anno i morti sono stati 2155, contro i 1224 nel 2019 e 1206 nel 2018. Tra il primo e il 31 marzo ci sono stati quasi la metà dei decessi dell’intero trimestre, con un aumento del 76,1% rispetto al 2019 (931 in più) e del 78,7% rispetto al 2018 (951 morti).
Un’impennata che la statistica non spiega, ma il coronavirus sì. Il numero dei decessi ha costretto Palazzo Marino a chiudere con un’ordinanza il crematorio di Lambrate: l’impianto non riesce a smaltire il gran numero di richieste, l’attesa per una cremazione è ormai arrivata a venti giorni e potrebbe causare criticità di carattere igenico-sanitario. La settimana scorsa erano state sospese le cremazioni dei non residenti a Milano, ora la sospensione è totale, fino al 30 aprile. Secondo i dati ufficiali di ieri sull’andamento della pandemia in Lombardia, a Milano città i contagiati sono in totale 4018, 203 in più nelle ultime 24 ore. Un numero che conferma il capoluogo in cima alla classifica dei Comuni più colpiti, davanti a Brescia e a Bergamo. Ma anche un numero che a molti osservatori sembra troppo basso in relazione all’incremento di decessi del marzo 2020 sul marzo 2019. Significherebbe che i positivi “sommersi” sono migliaia.
Nell’intera Città Metropolitana i contagiati hanno ormai sfondato il muro dei diecimila (10.004), anche se la curva ormai sembra stabilizzata.
Ieri i nuovi contagi sono stati 482, il giorno prima erano 611. riproduzione riservata ®
Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Aprile 2020, 06:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA