Secondo quanto ricostruito durante un'indagine dei Carabinieri della Compagnia di Cividale del Friuli ( Udine) e presentata oggi durante una conferenza stampa, la donna sarebbe stata «segregata» in casa, impossibilitata a comunicare con l'esterno o uscire da sola neppure nel cortile dell'abitazione, svilita, privata di qualsiasi autonomia economica e costretta a subire cinghiate e colpi con dei tubi. In alcuni casi il marito l'avrebbe anche afferrata al collo.
Alle violenze avrebbero assistito anche i due figli della coppia, ora maggiorenni.
Le indagini - presentate dal Comandante della Compagnia, capitano Rossella Pozzebon - sono partite a inizio 2018 quando la donna era scappata di casa, trovando rifugio da alcuni parenti in provincia di Padova. La vittima, che non aveva mai denunciato le violenze, si era rivolta ai carabinieri della stazione locale, salvo fare rientro a casa dopo qualche giorno. I militari della stazione di Tarcento avevano quindi avviato un'attività investigativa raccogliendo le testimonianze di conoscenti e i verbali dei precedenti accessi al pronto soccorso. Il 14 febbraio l'uomo è stato arrestato dai Carabinieri della stazione di Tarcento in esecuzione di una ordinanza cautelare emessa dal gip Mariarosa Persico su richiesta del pm Annunziata Puglia. La misura è stata in seguito convertita nei domiciliari con braccialetto elettronico dal Riesame di Trieste. La sentenza di condanna è stata depositata il 31 maggio. L'uomo si trova tuttora ai domiciliari. La moglie è in una struttura protetta.
Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Giugno 2019, 21:17
© RIPRODUZIONE RISERVATA