«Si è inventata lo stupro. È troppo mascolina per piacere all'imputato»: la sentenza choc
Prof di ripetizioni ha avuto un figlio dall'allievo 14enne: «Sono una mamma felice, pronta a fare il test del dna»
I fatti risalgono al marzo 2015 quando la ragazza inizia a frequentare anche al di fuori della scuola serale i suoi compagni di classe. Una sera accetta di bere una birra con due di loro, si ubriaca e ha un rapporto sessuale non consensuale. In ospedale i medici certificano l'abuso. Poi la denuncia e il processo di primo grado che termina con una condanna a cinque anni per l'esecutore materiale dello stupro e tre per il complice.
Il caso finisce in appello e la vittima viene definita "la scaltra peruviana" poco avvenente. Il presunto colpevole l'aveva memorizzata sul cellulare con l'appellativo "il vikingo" a dimostrazione del suo "scarso appeal". Un dettaglio che avrebbe aiutato a sostenere la sua innocenza e a scagionarlo. Le donne della Corte d'Appello avevano dunque creduto alla sua versione e giudicato poco plausibile lo stupro. Il verdetto è stato annullato dalla Cassazione per incongruenze e vizi di legittimità. Ci sarà così un nuovo processo.
Ultimo aggiornamento: Domenica 10 Marzo 2019, 14:39
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