'Nnumari, la cultura del mare: il meeting con economisti, chef artisti. Cuttaia: «Il cuoco custodisce quei segreti non più tramandati»

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di Rita Vecchio
Il mare unisce e non divide. Cultura di ieri, oggi e di domani. È il motto di Nnumari, la tre giorni culturale che si svolgerà a Licata (Agrigento) dal 2 al 4 ottobre sul tema mare e sostenibilità. A convocare chef, giornalisti, economisti, artisti e piccoli produttori ci pensa Pino Cuttaia, chef bistellato del ristorante La Madia. É lui l'ideatore del congresso il cui hashtag è terre unite dal mare, che abbraccia geopolitica, economia e culture da tutelare. «Siamo parte del Mediterraneo e abbiamo problemi in comune, per cui dobbiamo trovare soluzioni. Insieme - dice Cuttaia ufficializzando ieri il progetto nella sede di Milano di Bulthaup -. Il Mediterraneo è scambio culturale, spazio di confronto e di crescita. Non di scontro». Così strizza l'occhio alla cronaca e al dibattito politico più recente. Tre giorni che si apriranno a ventaglio su masterclass, tavole rotonde su mare e cibo, con un minimo denominatore: la sostenibilità.

OSPITI. Berton, Baronetto, Perbellini, Assenza, Cedroni e Caruso sono solo alcuni nomi del parterre di chef ospiti, insieme a quelli internazionali, Sinai, Veznaver a Vassallo. «'Nnumari sembra espressione di un manifesto politico - dice sorridendo Marcello Scalisi, direttore di Unimed, Unione delle Università del Mediterraneo - Cuttaia ci invita a riflettere sull'identità mediterranea che esiste, che va coltivata e valorizzata con conoscenza, confronto e dialogo. Un Mediterraneo positivo, spazio di contaminazione e senza tanti muri».

FUTURO. Insieme a Unimed, durante il congresso, si svolgerà la prima edizione della Summer School per 15 studenti di 11 nazionalità. Pensato per l'educazione ambientale è anche il progetto con Worldrise Onlus per le scuole alberghiere. «Sono le basi per formare i futuri ambasciatori di un cambiamento necessario - dice Francesco Di Stefano, project manager di Nnumari - Eredità, cultura e futuro le nostre tre parole chiave». E se Nnumari sarà prima di tutto riflessione sul sapere da proteggere, Cuttaia promette non solo la stesura di un disciplinare, ma anche di «circumnavigare con questa idea i vari Paesi del mondo».

L'INTERVISTA  Cuttaia: «Il cuoco custodisce quei segreti non più tramandati»

È lo chef bistellato Pino Cuttaia, l'ideatore del congresso di Nnumari, dal 2 al 4 ottobre a Licata, in provincia di Agrigento.
Cos'è Nnumari?
«È una rete. Attuale più che mai. Legata alla sostenibilità e al recupero del gesto. È l'incontro dei popoli. Non solo della mia terra, la Sicilia. Ma di tutto il Mediterraneo e anche oltre. É un'idea nata durante i miei viaggi, guardando il mare e osservando il lavoro dei miei colleghi che dalla Turchia alla Grecia, alla Tunisia, raccontano territorio, culture e tradizioni che sono solo apparentemente distanti».
Per questo ci saranno tanti ospiti di varie nazionalità?
«Voglio raccontare più culture attraverso il cibo. Mi piace pensare che il cuoco sia il custode di quel sapere non più tramandato da madre e figlio, un po' come se il cuoco fosse una mamma contemporanea».
Ma cosa significa Nnumari?
«É un termine in dialetto siciliano che significa dentro il mare. Il logo sembra una maiolica, con delle onde che simboleggiano le terre unite dal mare, e i puntini verdi la macchia mediterranea».
Primo capitolo di una serie di edizioni?
«Lo spero. E magari non solo a Licata. L'idea di un congresso itinerante mi incuriosisce».

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Settembre 2019, 16:08
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