Mostro di Firenze, l'ora della verità per Vigilanti: archiviazione o rinvio a giudizio

Mostro di Firenze, l'ora della verità per Vigilanti: archiviazione o rinvio a giudizio

di Emilio Orlando
Una svolta per gli omicidi attribuiti al cosidetto mostro di Firenze è attesa nelle prossime settimane, dopo che la procura fiorentina invierà al giudice per l' udienza preliminare la richiesta di rinvio a giudizio per Giampiero Vigilanti conosciuto anche con lo pseudonimo di “ex legionario". L' uomo, quasi novantenne, risulta iscritto nel registro degli indagati dall'estate del 2017, ed è ora ricoverato all'ospedale “Santo Stefano” di Prato per una frattura. L'anziano era stato allontanto da casa della moglie dopo che quest'ultima l'aveva querelato nel 2015 per maltrattamenti a seguito di liti violente scaturite per una questione ereditaria. Il gip del tribunale ne aveva disposto, in via cautelare, l'allontanamento, tanto che Vigilanti era ospite presso un affittacamere.


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I carabinieri del ragguppamento operativo speciale arrivarono ad indagarlo dopo un esposto presentato dai familiari delle due vittime dell' omicidio della coppia francese avvenuto a settembre del 1985. Il legale degli eredi di Nadine Mauriot e Jen Michel Kraveichvili assassinati nella piazzola nel bosco degli Scopeti, presentò una dettagliata denuncia al procuratore Paolo Canessa (ora in pensione) titolare dell' inchiesta, ove chiedeva di riaprire le indagini perchè a sua dire Vigilanti ne era coinvolto insieme ai “compagni di merende”. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Luca Turco, neo titolare del fascicolo dell' inchiesa, per il momento non sono approdate a nulla di giuridicamente rilevante, tranne alcuni elementi considerati interessanti dagli investigatori, tra cui alcune pistole che l' ex legionario deteneva, che secondo l'accusa potrebbero essere compatibili con il calibro dei proiettili repertati sulle scene del crimine. In realtà la famosa “Beretta calibro 22” che ha “firmato” tutti i delitti del mostro non è stata mai ritrovata. L' avvocato Diego Capano difensore dell' " ex legionario", ha sottolineato che il suo assistito non si è presentato all' interrogatorio di garanzia per le vicende legate ai litigi con la moglie perchè costretto in ospedale e la prognosi non è stata ancora sciolta.


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Nei prossimi giorni il giudice per l' udienza preliminare dovrà decidere se rinviare a giudizio o archiviare definitivamente la posizione di Vigilanti. Dagli ambienti giudiziari fiorentini non trapela nulla, ma l'atmosfera che si respira sembra essere quella degli anni in cui le indagini erano focalizzate su Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti. Il clamore mediatico suscitato dai delitti del mostro è arrivato anche oltreoceano. Anche i mass media  americani seguono l' evolversi dei fatti con trepidante attesa. In questi due anni sono stati effettuati tantissimi riscontri investigativi incrociati, vecchi verbali di sopralluogo sulle otto scene del crimine sono stati riletti ed esaminati secondo le più moderne tecniche investigative forensi.

Un asso nella manica dei detective potrebbe essere costituito da una serie analisi di “criminal profile” su diversi sogetti tra cui Vigilanti. Proprio la querela presentata dall'ex moglie di Giampiero Vigilanti, dove la donna delinea un profilo violento del marito, che ha combattuto la guerra del Vietnam ed è un fanatico delle armi, potrebbe essere d'interesse per gli inquirenti. «Io con gli omicidi di Firenze non c'entro nulla - ha sempre dichiarato Vigilanti. La pista seguita dagli inquirenti è sbagliata sin dall' inizio. Sono anni che mi interrogano e non hanno mai trovato nulla. Conoscevo Pacciani - continua l' ex legionario - rubò il posto di lavoro a mio padre ed io lo picchiai dandogli una bastonata».

A breve i giudici dovranno decidere sul da farsi, anche se gli elementi probanti raccolti, almeno quelli resi noti contro Giampiero Vigilanti, sembrano essere deboli per sostenere un rinvio a giudizio.

 
Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Gennaio 2019, 13:49
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