«Mio figlio Antonio da dieci mesi in galera in Sri Lanka e non si sa nulla di lui»

«Mio figlio Antonio da dieci mesi in galera in Sri Lanka e non si sa nulla di lui»
Ho «Ho la sensazione che Antonio sia stato abbandonato dalle autorità italiane. Chiedo che da parte delle istituzioni ci sia una maggiore considerazione per la sorte di mio figlio. Non posso fare a meno di notare che per altri italiani arrestati ci sono stati esponenti parlamentari che hanno preso l' iniziativa. Per cui mi rivolgo anche ai politici: chi può mi aiuti a sapere come sta Antonio e a tirarlo fuori da quel carcere». È l'appello della mamma di Antonio Consalvo, lanciato attraverso le colonne del Messaggero Veneto, in edicola oggi. Il 33enne pordenonese, arrestato per possesso di marijuana, dallo scorso aprile è rinchiuso in attesa di processo nelle carceri di Colombo, in Sri Lanka, in condizioni che la donna definisce «disumane». 

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Nella sua denuncia anche l'assenza di contatti tra lei e il figlio, se non attraverso l'ambasciata: «Per due volte li abbiamo sentiti telefonicamente, poi solo via email fino all'ultima comunicazione, quella in cui ci hanno fatto sapere che da giorni non riescono più ad avere notizie di Antonio.
Sono in pena perché già nei primi mesi di prigionia avevo appreso in che condizioni disumane sono rinchiusi. Fino a 80 detenuti nello stesso stanzone, senza letti, costretti a dormire per terra. Abbiamo saputo che è stato maltrattato e insultato. Nel carcere non viene distribuito cibo, ma tutto è a spese dei detenuti. Avrei auspicato una presenza più incisiva e costante da parte della nostra ambasciata». La donna, la cui testimonianza è raccolta anche dal Gazzettino, fa riferimento a un altro cittadino italiano arrestato per possesso di cocaina il 7 febbraio a Colombo. «Noto che in quel caso a muoversi è stata anche la politica, e i risultati si sono visti. Vorremmo che Antonio fosse altrettanto tutelato. Anche mio figlio è cittadino italiano».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Febbraio 2019, 18:24
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