Tuttavia il suo legale, Ernesto D'Andrea, aveva impugnato il provvedimento con un ricorso, appellandosi a una sentenza della Corte costituzionale del 2001 che sancisce il diritto alla salute come «strettamente inerente alla persona umana che compete a tutti, anche agli stranieri qualunque sia la loro posizione rispetto alle norme che regolano l'ingresso e il soggiorno nello Stato». Da Questura e Prefettura è poi arrivato un controricorso in cui sottolineava come le condizioni di salute dell'uomo non gli impedissero «di compiere altri reati» e come «il sistema sanitario in Georgia fosse all'avanguardia».
Il giudice Silvia Tanzi ha però dato ragione al 35enne annullando il decreto di espulsione. Tanzi ha ascoltato fra gli altri anche un medico che ha in cura il georgiano secondo il quale «un'interruzione della terapia avrebbe aggravato la sua salute fino al rischio di cirrosi epatica». Secondo il parere medico inoltre l'accesso al sistema sanitario in Georgia non è da considerarsi facile.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Settembre 2018, 16:48
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