Giornalista italiano in quarantena a Pechino dopo un viaggio in Italia: «Isolato perché vengo da un paese a rischio»

Giornalista italiano in quarantena a Pechino: «Isolato perché vengo dall'Italia, che è un paese considerato a rischio»

di Alessia Strinati
Torna in Cina dall'Italia e viene messo in quarantena. Questo è il paradosso vissuto da un giornalista italiano che da 9 anni vive in Cina e dopo un viaggio in Italia è tornato a Pechino. Messo in quarantena perché proviene da una zona considerata a rischio, l'Italia, proprio nel paese da cui è partito e si è propagato il virus.

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«Cari vicini, sono arrivato a Pechino il 26 febbraio 2020. Per la salute di tutti, io e la mia famiglia ce ne staremo in casa fino al 12 marzo. Uniti come un sol uomo per sconfiggere l'epidemia!». Questo il messaggio appeso fuori dalla sua porta. Il giornalista ha raccontato a L'Espresso di aver fatto un viaggio Milano-Francoforte-Pechino, senza intoppi, senza file, senza particolari controlli se non a Pechino quando gli hanno misurato la temperatura e gli è stato chiesto se avesse sintomi della malattia o fosse stato a contatto con infetti o presunti tali. Tutto negativo, quando però è arrivato sotto il cancello di casa gli è stato chiesto di mettersi in isolamento preventivo. 

Dopo la comunicazione è arrivata una telefonata e in seguito una donna: «Mi ha spiegato che per i successivi 14 giorni non avrei potuto uscire dalla comunità residenziale», poi prosegue: «Pochi minuti dopo è arrivato a farmi visita il funzionario Chen Qu, giovanissimo, molto gentile, ma insistente come tutti i funzionari cinesi che devono svolgere il proprio compito. Mi ha fatto firmare alcune scartoffie, tra cui un “Consenso per la quarantena domestica” in cui non solo mi impegno a non uscire di casa e a non ricevere ospiti, ma anche ad areare i locali dell'appartamento e a lavarmi spesso le mani. Devo inoltre misurarmi la febbre due volte al giorno per poi comunicargliela». Può uscire solo per fare la spesa e prelevare soldi, ma attuando tutte le misure di sicurezza necessarie.

In Cina, prima dello scoppiare di altri focolai, se si stava fuori per un periodo superiore ai 14 giorni (periodo di incubazione) non era necessario fare una quarantena, ma ora le autorità hanno stabilito che chiunque provenga da luoghi in cui si sta propagando il virus, come l'Italia, appunto, è necessario affrontare un periodo di isolamento preventivo. La paura, ora, è per il contagio di ritorno. 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Febbraio 2020, 11:42
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