Torino, le auto senza conducente alla prova in mezzo al traffico

Torino, le auto senza conducente alla prova in mezzo al traffico

di Giammarco Oberto
Il debutto era stato da ridere. Poco meno di un anno fa, 27 novembre 2018: la sindaca Appendino e il governatore Chiamparino a bordo di un'auto a guida autonoma, con l'autista presente ma a braccia conserte, affrontano le strade di Torino in uno dei primi test nel traffico. Mentre la sindaca filma l'impresa in diretta, l'auto brucia un rosso. Lo bollarono come errore umano, ma sul web si scatenò il sarcasmo: «Guida automatica e daltonica». Un anno dopo - un tempo siderale nel campo dell'innovazione tecnologica - a Torino alzano il tiro.

I TEST. Nella città (che fu) della Fiat è pronto un circuito ad anello lungo 35 chilometri dove saranno testate le auto a guida autonoma. Un circuito che passa attraverso i principali corsi, dal centro alle periferie, che tocca anche la collina e il Lungopo. Sul percorso sono appena stati installati i primi segnali di pericolo: «Tratto stradale utilizzato per sperimentazione a guida autonoma». Ecco la smart road in cui Torino è la prima città italiana a credere: grazie ai ponti 5G, la fibra ottica, sensori in corrispondenza dei semafori, telecamere intelligenti agli incroci, la strumentazione dell'auto dialoga con l'ambiente e si comporta di conseguenza. Dopo i test in zone sicure, come la pista del Lingotto, ora arrivano quelli in mezzo al traffico reale. Sperimentazioni alle quali sono interessate la Fca, la General Motors, l'Italdesign, la Mercedes.

SMART CITY. L'amministrazione Appendino ci crede, in una Torino laboratorio della tecnologia che potrebbe diventare occasione di sviluppo per una città che fatica a ritrovare un'identità postindustriale. Madrina dell'operazione è l'ormai ex assessora Paola Pisano, adesso alla guida del neonato ministero dell'Innovazione nel Conte bis, dove porterà la sua esperienza torinese. Ma sotto la Mole il suo nome si lega anche a un'altra performance - sempre nel nome della Dea Innovazione - tutta in negativo: la digitalizzazione dell'anagrafe, che ha scatenato il caos più nero. Da mesi i torinesi sono costretti a mettersi in coda di notte per un semplice cambio di residenza.

LE CRITICHE. Martedì la neo ministra è stata bersagliata dalle critiche dei deputati in commissione Trasporti a Montecitorio. «Deve chiedere scusa ai torinesi» le hanno detto. Lei, imperturbabile: «L'innovazione è un percorso, può essere anche difficile, genera spavento e disagi, ma sono disagi che dobbiamo sopportare». «Dallo sviluppo dell'innovazione e del digitale è previsto un miglioramento del Pil del 13%, pari a una crescita in valore di 228 miliardi di euro» ha sostenuto nell'audizione. Ha una visione e ci crede. Come credeva nei droni che ha fatto acquistare per sostituire i fuochi di artificio della festa patronale di San Giovanni. Torino sembrava Disneyland. Che, sì, una volta ci puoi andare, mai poi ti stufi. E infatti i droni sono già finiti in magazzino.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Ottobre 2019, 08:37
© RIPRODUZIONE RISERVATA