Aereo Ethiopian precipitato. L'Italia piange i volontari, il prof e gli altri. Ma c'è anche un superstite per caso

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di Luca Calboni
Centocinquantasette vittime. Otto gli italiani. Questo il tragico bilancio dell'incidente, avvenuto ieri mattina, per i passeggeri a bordo del volo ET302 della compagnia Ethiopian Airlines, in servizio dalla capitale Addis Abeba verso Nairobi, in Kenya. Nel velivolo c'erano persone di 35 nazionalità differenti: tra questi ci sarebbero anche 18 canadesi, 8 italiani, americani e altrettanti cinesi. Sette invece i cittadini inglesi e francesi, 6 gli egiziani, 5 gli olandesi.

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Il Boeing 737-8 Max precipitato trasportava complessivamente 149 passeggeri e 8 membri dell'equipaggio: è scomparso dai radar dopo soli sei minuti dal decollo. Secondo quanto emerge dalla ricostruzione, il pilota aveva chiesto e ottenuto l'autorizzazione dalla torre di controllo per invertire la rotta e ritornare all'aeroporto di Addis Abeba, ma si è schiantato a 62 chilometri dalla capitale. Il fatto che qualcosa a bordo del volo non andasse bene, è stato pure confermato dal sito Flightradar24, i cui dati «mostrano che la velocità verticale era instabile dopo il decollo».
Quest'ultimo incidente è il numero 59 in appena 73 anni di attività della Ethiopian Airlines, che ieri ha visto precipitare uno dei più nuovi aerei della sua flotta: la Boeing infatti aveva consegnato il 737-8 Max al vettore africano solo a metà dello scorso novembre. L'ufficio del primo ministro etiope Abiy Ahmed ha espresso «a nome del governo e del popolo etiope le più sentite condoglianze alle famiglie di coloro che hanno perso i loro cari» nello schianto. «Presentiamo le più sentite condoglianze alle famiglie e ai cari dei passeggeri e dei membri dell'equipaggio e siamo pronti a sostenere la squadra della Ethiopian Airlines», si legge inoltre in un comunicato della Boeing, che conferma come «una squadra tecnica è già partita per fornire tutta l'assistenza tecnica».

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Marzo 2019, 09:59
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