Coronavirus, Borrelli: «Si è diffuso perché i medici non hanno riconosciuto i sintomi»

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«C'è stata una non conoscenza dei sanitari, che non sono stati in grado di riconoscere i sintomi del virus». Così il commissario per l'emergenza Angelo Borrelli ha risposto a chi gli chiedeva quali potessero essere i motivi della rapida diffusione del coronavirus. «Non è un problema di quantità di test. Ci sono state situazioni in cui non si è stati in grado di riconoscere immediatamente i sintomi del virus» ha aggiunto Borrelli sottolineando però che non si tratta di una «colpa» dei medici quanto di una «difficoltà» ad individuare i sintomi.

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«Le strutture sanitarie non sono riuscite a individuare il paziente zero. E difficile quindi fare previsioni sulla diffusione. L'unica misura concreta da adottare è stata quella di chiudere i territori», focolaio del contagio. Lo ha detto il commissario straordinario all'emergenza Coronavirus Angelo Borrelli nella conferenza stampa alla Protezione civile riferendosi al paziente zero in entrambe le regioni, Lombardia e Veneto.
Il commissario straordinario all'emergenza Coronavirus ha poi sottolineato che per ora le aree isolate «sono l'area di Vò Euganeo in Veneto e l'aereo del Lodigiano con 10 comuni». Se sarà deciso di allargare i comuni in isolamento, Borrelli ha spiegato, «che questo rientra nell'ambito di una valutazione, in accordo con le Regioni, del Comitato tecnico scientifico». Ma per ora le aree in isolamento sono solo le due indicate.

Ultimo aggiornamento: Domenica 23 Febbraio 2020, 14:03
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