Coronavirus, scuole chiuse o aperte? La Lombardia frena, il Veneto «sogna». Conte prende tempo: «Decide l'Iss»

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di Simone Pierini
Il tema delle scuole scuote l'Italia. Da una parte c'è la volontà di tornare alla normalità, dall'altra si teme un nuovo flusso di contagi da Coronavirus. Per voce dell'assessore al Welfare Giulio Gallera la Lombardia dovrebbe prorogare di una settima tutte le misure intraprese per far fronte all'emergenza, compresa quindi la chiusura delle scuole. Diverso il parere del governatore del Veneto Luca Zaia che definisce la ripartenza un «sogno» auspicandosi che «lunedì possano riaprire. Non mi permetto di dare indicazioni sulle situazioni - dice - ma penso sia ragionevole che tra oggi, massimo domani, si dica cosa vogliamo fare. Bisogna dare indicazioni chiare» a famiglie e cittadini «ma nel rispetto delle valutazioni scientifiche»

COSA NE PENSA L'ISS?

Ma cosa ne pensa l'Istituto Superiore di Sanità? «È una discussione molto complessa - ha risposto il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro alla Protezione civile -; vari gruppi stanno lavorando su dei modelli. Altri Paesi dell'Ue iniziano ad affrontare questa problematica, come Germania e Uk. Stiamo valutando questo impatto e la riflessione verrà tradotta in provvedimento legislativo nei prossimi giorni».

Lucia Azzolina a La 7 si augura che le scuole riaprano presto ma «non è il ministro dell'Istruzione nè i governatori a prendere una decisione così importante - sostiene - che deve essere supportata dall'Istituto superiore di sanità che ci dirà come comportarci: stiamo parlando della salute dei nostri studenti e delle loro famiglie, fermo restando che le situazioni sono diverse: in Friuli, in Trentino e in Friuli non c'è la situazione di Veneto e Lombardia: spero prevalga la ragionevolezza confortata dai dati sanitari»

CONTE PRENDE TEMPO

Prende tempo anche il premier Giuseppe Conte che rinvia a domani qualsiasi decisione: «il Comitato tecnico scientifico lavora fino all'ultimo». Intanto il ministro Azzolina prende le contromisure per quelle strutture che rimarranno ancora con il lucchetto sulla porta. «Conto per lunedì di avere sul sito del Ministero una piattaforma dedicata alla didattica a distanza per chi ha gli strumenti a disposizione». 

IN TRENTINO RIAPRONO SCUOLE E UNIVERSITÀ

Salvo sorprese dell'ultima ora invece in Trentino le scuole, come previsto, riapriranno il 2 marzo. Così come le Università, i Centri di ricerca, gli asili e gli istituti di ogni ordine e grado. È confermata la sospensione delle gite fino al 15 marzo, sia dentro che fuori il territorio provinciale. Nei prossimi giorni saranno inoltre distribuiti dei kit di sanificazione che «bambini e ragazzi troveranno utili in questa fase ma anche come messaggio più generale di educazione civica e igienica», ha spiegato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

«Ad oggi alle 15.45 confermiamo che non ci sono casi di Coronavirus in Trentino. Nelle prossime ore firmerò un'altra ordinanza che modifica le disposizioni precedenti alla luce di una situazione che risulta essere sotto controllo e stabile da diversi giorni. Non nascondiamo che le notizie che arrivano dalla Lombardia ci preoccupano, a seguito del ricovero di 51 persone, 17 delle quali in terapia intensiva, in provincia di Lodi. La situazione negli ospedali di Lodi e Cremona e Bergamo è sotto pressione e questo non è un segnale del tutto rassicurante», ha detto il presidente.
Ultimo aggiornamento: Sabato 29 Febbraio 2020, 13:36
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