Calderoli choc: «Ho rischiato di morire per una puntura di zanzara»
Febbre del Nilo, il contagio si allarga ancora
Zanzara tigre, rientra dall'Asia con la febbre dengue
«Me la sono vista proprio brutta stavolta» ammette, «ma se ora sto riprendendomi, se posso essere qui a raccontarvi questa mia terribile disavventura, è solo grazie allo straordinario lavoro svolto» dai medici dell'Irccs di via Olgettina. «Struttura che già in passato mi aveva curato nel migliore dei modi - ricorda - e che ha affrontato come meglio non si poteva questa emergenza».
Per questo, conclude, «voglio ringraziare di cuore il primario della terapia intensiva, il professor Zangrillo, e il suo braccio destro, la dottoressa Calabrò, e il primario della Neurologia, il professor Comi, e il suo aiuto, la dottoressa Fazio, peraltro entrambi bergamaschi: grazie ad ognuno di loro e ai loro staff, e a tutto il personale, per avermi fatto uscire vivo e vegeto da questa disavventura». «Grazie all'ospedale San Raffaele e al sistema sanitario lombardo, un'eccellenza unica a livello europeo» conclude.
Calderoli è stato dimesso oggi, fanno sapere dal suo entourage, e in ospedale è stato sottoposto ai test necessari per dare un nome al virus che lo ha colpito, proprio nei giorni in cui diverse regioni del Nord Italia, fra cui la Lombardia, sono alle prese con numerosi casi di infezione da virus West Nile.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 31 Agosto 2018, 20:14
© RIPRODUZIONE RISERVATA