Terremoto a Roma, scossa di magnitudo 3.7 avvertita ai Castelli, Ostia e Fiumicino

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Terremoto a Roma: una scossa di magnitudo 3.7 è stata distintamente avvertita oggi, domenica 23 giugno, alle 22.43  in diverse zone della Capitale. Epicentro nei pressi dei Castelli Romani, nel territorio di Colonna (Roma)«Stiamo facendo delle verifiche perché qualche edificio in centro risulta lesionato. Per ora non abbiamo segnalazioni di feriti. C'è stata tanta paura in paese, stanno tutti in strada». Così all'ANSA il sindaco di Colonna Fausto Giuliani sulla scossa di terremoto di stasera. L'epicentro è stato a soli 3 chilometri di Colonna.

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TERREMOTO OGGI A ROMA 


La scossa di terremoto è stata distintamente avvertita in varie zone della Capitale. La magnitudo del sisma, in base ad una stima preliminare dei sismografi, è di 3.7. L'epicentro della scossa è situato a circa 15 km dalla Capitale e a 9 km di profondità, nel Comune di Colonna (Roma). Dopo aver sentito la scossa, in molti sono andati a cercare informazioni sul sito dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), causando anche un sovraccarico e l'impossibilità di accedere.
 

 

SCOSSA DI TERREMOTO STASERA ROMA STOP ALLA METRO C


In seguito alla scossa di terremoto di magnitudo 3.7 registrata nei dintorni di Roma, Atac ha fatto sapere di aver chiuso inizialmente la Metro C per verifiche. Le ultime fermate e il capolinea si trovano infatti nei pressi dell'epicentro. La linea è stata ripristinata dopo circa un'ora, proprio a ridosso del normale orario di chiusura della Metro C.
 
L'epicentro della scossa è situato in una zona sismica ad Est di Roma. Meno di sei mesi fa, il 30 dicembre 2018, un terremoto di magnitudo 3.2 era stato registrato ed avvertito distintamente dalla popolazione.

NESSUN INTERVENTO A ROMA
Al momento non sono arrivate al numero unico emergenze né segnalazioni di danni nè richieste di intervento». È quanto fanno sapere all'Adnkronos dai vigili del fuoco, dopo la scossa di terremoto di magnitudo 3.7 con epicentro Colonna avvertita questa sera tra la Capitale e i Castelli Romani.

Gente in strada nel quadrante est della Capitale e tantissime chiamate che continuano ad arrivare al Numero di emergenza 112. Paura a Roma per la forte scossa di terremoto avvertita stasera. In alcuni quartieri della periferia est gli abitanti spaventati sono scesi in strada. Molti i cittadini che stanno contattando in questi minuti il 112. Si tratta principalmente di persone che chiedono informazioni. Al momento non sono arrivate segnalazioni di feriti o danni.

Squadre della Protezione civile regionale del Lazio e dei Comuni, in collegamento con la sala operativa regionale, stanno già effettuando dei monitoraggi nei centri storici delle città dei Castelli romani, a seguito della scossa di terremoto delle 22,43. Non sono segnalati crolli o danni a persone.

«A Zagarolo non si registrano danni né feriti». Lo comunica sulla sua pagina Facebook il Comune in provincia di Roma a pochi chilometri da Colonna, epicentro del sisma di questa sera.

IL GEOLOGO
La zona dei Colli Albani in cui è stato registrato il terremoto di magnitudo 3,7 è a pericolosità sismica medio-alta. «Famosa per i vulcani, questa zona ha una sua attività sismica frequente e storicamente non sono mai avvenuti terremoti con magnitudo elevatissime», ha detto all'Ansa il sismologo Carlo Meletti, dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il sisma più forte storicamente documentato risale al 1806, con una magnitudo stimata in 5,6, con danni abbastanza estesi sulle località più vicine, come Rocca di papa Zagarolo. «Un parametro importante - ha detto ancora Meletti - è la profondità, pari a 9 chilometri: se il terremoto fosse stato ancora più superficiale avrebbero potuto verificarsi danni, per quanto lievi». Il fatto che sia stato un terremoto abbastanza superficiale, inoltre, «giustifica il fatto che sia stato avvertito molto forte a Roma. La città - ha spiegato Meletti - ha una sua risposta sismica locale dovuta alla conformazione del sottosuolo, con vuoti e rocce sedimentarie, ossia non consolidate, che possono dare un effetto di amplificazione, esaltando l'onda sismica».
Nella sala sismica dell'Ingv si sta ancora lavorando per raccogliere e analizzare i dati.
Non è stato facile, infatti, localizzare inizialmente questo terremoto: «molti segnali erano discordanti - ha spiegato Meletti - perché il sistema automatico non aveva interpretato le tracce come appartenenti a due terremoti distinti». Di qui la localizzazione iniziale nella zona della Marsica. Al momento non si sono registrate repliche e si sta lavorando inoltre per comprendere la direzione in cui è avvenuta la rottura della faglia. Sicuramente al momento è chiaro che si è trattato di un terremoto di tipo tettonico, ossia non legato all'attività vulcanica ma al movimento distensivo tipico dei terremoti nell'Italia centrale.

 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 24 Giugno 2019, 10:06
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