Nata nel 1977, originaria di Lanciano (Chieti), ma residente a Trieste da 22 anni dov'è titolare di un'agenzia immobiliare, è tornata in città giovedì scorso e da allora è ricoverata all'Ospedale Maggiore. Razionale e distaccata, nonostante i numerosi interventi chirurgici alla quale è stata sottoposta in seguito allo schiacciamento di un polmone, a una emorragia interna, alla frattura di nove costole e altre complicazioni, Rita parla muovendosi con difficoltà poiché ha ancora entrambe le braccia ingessate.
Il 14 agosto stava andando a visitare l'acquario di Genova in macchina con il suo compagno, Federico Cerne, fisioterapista della squadra dell'Alma Basket di Trieste, anche lui sopravvissuto.
Alle 11.46 stavano transitando sul ponte. «Stavo guardando il cellulare - racconta Rita - mi ricordo l'uscita dal tunnel, il boato e la strada che si sgretola sotto l'auto che poi inizia a cadere. Il ricordo successivo sono le voci dei soccorritori, prima un poliziotto della stradale e poi i Vigili del Fuoco».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Settembre 2018, 22:00
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