Odissea come in «The Terminal»: costretto per un errore burocratico a vivere su una nave

Odissea come in “The Terminal”: costretto per errore burocratico a vivere su una nave
A causa di un paradosso burocratico, da cinque giorni un cittadino di origine tunisina costretto a vivere sulla M/N Fantastic Gnv, una nave che fa quotidianamente la spola fra Palermo e Civitavecchia.

La vicenda è stata denunciata dal Garante dei Detenuti del Lazio Angiolo Marroni che ha inviato una nota urgente al ministero dell'Interno, al Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, alla questura di Palermo e di Roma. L'uomo è trattenuto a bordo dallo scorso 6 aprile, in quanto destinatario di un provvedimento di respingimento della polizia di frontiera di Palermo, e dovrà essere ricondotto in Tunisia il 12 aprile.



Da oltre 10 anni in Italia e residente in un paesino della Provincia di Modena insieme al fratello, era in possesso di un permesso di soggiorno per regolare occupazione rilasciato dalla Questura di Modena scaduto lo scorso 17 agosto 2013. La richiesta di rinnovo era stata respinta dalla Questura di Modena, che aveva concesso al'immigrato 15 giorni per lasciare l'Italia dalla notifica dell'atto. Il provvedimento è stato effettivamente notificato solo il 6 aprile scorso a Palermo, al momento del suo ritorno in Italia dopo un soggiorno in Tunisia. Nella sua lettera alle istituzioni, il garante dei detenuti Angiolo Marroni ha sollecitato l'immediato trasferimento al fine di permettergli di preparare il suo rimpatrio autonomamente e in modo dignitoso come richiesto dalla direttiva 2008/115/Ce.



«Dal punto di vista giuridico - ha detto il garante - quest'uomo si trova in una condizione di limitazione della libertà personale senza aver commesso reati e senza che la misura sia stata stabilita da un organo giudiziario, circostanza che potenzialmente viola la riserva di giurisdizione affermata dall'articolo 13 della Costituzione». «Al di là della violazione delle norme e del buonsenso», secondo il Garante la vicenda «insegna che è necessaria una profonda opera di sburocratizzazione dell'ordinamento, che rimetta al centro di tutto la persona».



«Credo che l'incredibile storia - ha concluso Marroni - dia tutta la misura dei limiti e delle difficoltà che il nostro Paese dimostra di avere sul tema dell'immigrazione. Non basta depenalizzare il reato di clandestinità, ma occorre semplificare i procedimenti e sviluppare una politica di accoglienza e di integrazione che, in una comune azione e visione europea, abbia al centro l'essere umano e il rispetto dei diritti inviolabili che caratterizzano uno stato democratico».






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Ultimo aggiornamento: Venerdì 11 Aprile 2014, 21:47