E ancora: «Mentre la dottoressa incitava Chiara nel dare alla luce Leo io preso da spirito di emulazione spingevo insieme a lei urlando frasi sconnesse del tipo: ”AMORE SEI UN ANIMALE ORA! SPINGI CAZZOOOO!”. Risultato? Quando mio figlio nasce non riesco nemmeno precipitarmi all’incubatrice per colpa dei crampi alle gambe dopo due ore di spinte non richieste. Tutte le paranoie sul non essere all’altezza della situazione svaniscono appena lo vedo».
Poi conclude con una riflessione profonda: «Ora riguardo la mia galleria del telefono e solo ora mi rendo conto dello stato confusionale in cui mi trovavo, ho passato tutta la sera a mostrare i miei tatuaggi a Leo senza rendermi conto che i neonati non riescono a vedere praticamente nulla per parecchi mesi. Insomma, tutto questo mi ha reso scemo ma felice come mai lo sono mai stato».
Ultimo aggiornamento: Domenica 30 Dicembre 2018, 16:07
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