Coronavirus, misure
e obblighi per la Ciociaria:
fronte per la prevenzione

Coronavirus, misure e obblighi per la Ciociaria: fronte per la prevenzione

di Stefano De Angelis

Permanenza domiciliare, in caso di necessità, di quattordici giorni per chi rientra in Ciociaria dai dodici comuni di Lombardia e Veneto dove si è registrata la diffusione locale del Covid-19, gite scolastiche annullate fino al 15 marzo nonché sostanze disinfettanti per lavarsi le mani obbligatorie in strutture e locali pubblici, ospedali compresi. Sono alcune delle prescrizioni stabilite nell’ordinanza regionale per la prevenzione e gestione dell’emergenza Coronavirus. È stata emanata dal governatore Zingaretti, in linea con quella “modello” varata dal governo, per coordinare le azioni nei territori fuori dall’area del contagio, quindi anche in Ciociaria. Contiene tredici punti, con una serie di misure specifiche e tre allegati.
È rivolta anche ai sindaci cui si chiede di divulgare il più possibile, nelle attività commerciali, il vademecum con le indicazioni su cosa fare in caso di sintomi influenzali (chiamare il medico di famiglia o il numero verde 800.118.800) e su come proteggersi con alcuni accorgimenti igienico-sanitari (lavarsi spesso le mani, evitare contatti stretti con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute).
Informazioni cui sono chiamati a dare la massima diffusione anche scuole, università e uffici pubblici. Nell’atto amministrativo, inoltre, sono elencate tutte le istruzioni cui dovranno attenersi medici e sanitari per rispettare il protocollo di assistenza e di monitoraggio. Nessuno stop ai concorsi, invece, nei quali tra i presenti deve essere garantita un’adeguata distanza di sicurezza. Per le aziende di trasporto locale sono previsti interventi straordinari di pulizia dei mezzi.

CHI RIENTRA
Il punto sette è dedicato a chi, nelle ultime due settimane, torna in Ciociaria dalla Cina e da alcuni centri lombardi e veneti, zone in cui si è diffuso il Covid-19. Deve comunicarlo al dipartimento di prevenzione dell’Asl territoriale, che informa il medico di famiglia. Alcuni passaggi sono previsti anche in caso di chiamata diretta ai due numeri attivi (l’altro è il 112): l’isolamento domiciliare, con divieto di contatti sociali e di spostamento, scatterebbe, dopo valutazioni mediche, se si rendesse necessaria la sorveglianza sanitaria.

LA UIL: PERCORSI SEPARATI
Sul capitolo prevenzione è scesa in campo anche la segreteria provinciale della Uil Fpl. Il sindacato, oltre a chiedere di fornire massima informazione ai lavoratori sugli «eventuali rischi», «un’attenta igiene» per le superfici e di «verificare costantemente la presenza nei bagni di sapone», in una nota afferma: «Pur apprezzando la procedura operativa emanata “percorso assistenziale per la gestione dei casi sospetti presso la Asl di Frosinone“, si ritiene indispensabile dotare tutti i lavoratori interessati dei dispositivi di protezione individuale (Dpi) e individuare una netta separazione dei percorsi e degli accessi dei pazienti che accusano sintomi influenzali respiratori con l’allestimento di tende per il triage esterno e stanze per l’isolamento». La Uil, dunque, chiede di creare «un filtro per evitare che le persone con sintomi vengano in contatto con il resto dell’ospedale».

TRIBUNALE DEL MALATO
È intervenuto anche Francesco Notarcola, coordinatore di Cittadinanzattiva-Tribunale per la difesa dei diritti del malato, che spiega: «Nell’ospedale Spaziani e in tutte le strutture ambulatoriali del capoluogo i bagni riservati al pubblico sono sprovvisti di carta igienica, sapone e asciugatori elettrici o di carta per le mani». Notarcola, confidando sulle «misure urgenti da adottare per sconfiggere il Coronavirus», chiede all’Asl di risolvere questa situazione «decennale» e si appella al prefetto.

CAMIONISTA, TEST NEGATIVO
Intanto il test eseguito allo Spallanzani sul camionista di Terracina, soccorso mercoledì mattina nel Frusinate, è risultato negativo. Il suo malessere non era Coronavirus.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Febbraio 2020, 20:38
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