«Ha picchiato a morte una pornostar»: caccia al pericoloso Barbablù, è il rampollo di un tycoon

«Ha picchiato a morte una pornostar»: caccia al pericoloso Barbablù, è il rampollo di un tycoon

di Domenico Zurlo
Per la violenza delle sue azioni, è stato soprannominato Barbablù, come il cattivo della fiaba di Perrault che uccideva le sue mogli e le teneva chiuse in una stanza: lui si chiama Andrey Demenkov ed è un 'golden boy' russo, ex executive di Gazprom e figlio di un tycoon. Attualmente è ricercato dalla polizia, dopo aver massacrato di botte, colpendola oltre cento volte con un oggetto a punta quella che per la polizia è una escort e una pornostar, Olga Kudrova, giovane madre 21enne. Ma Olga non sarebbe l'unica vittima di Andrey: almeno altre quattro donne, tutte prostitute, sarebbero state infatti aggredite da Barbablù.

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Dal rapporto forense è emerso come l'uomo abbia tentato anche di annegare Olga prima di ucciderla con un colpo finale e fatale alla tempia: il suo cadavere senza vita è stato ritrovato in un appartamento di San Pietroburgo (di proprietà di Demenkov) dal padre del giovane, il tycoon Valery Demenkov, messo in allarme dal silenzio prolungato del figlio. Ai parenti, Olga aveva descritto Andrey come la persona che amava.

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In quello stesso appartamento, riferisce il Daily Mail, l'uomo avrebbe sequestrato un'altra donna, una sua amica, che avrebbe anche «picchiato più volte»: un calvario lungo quattro giorni, finito con la fuga «per miracolo» della ragazza, che si era salvata dopo aver avvisato i vicini. Pentitosi davanti alla Corte per l'episodio e condannato, l'uomo era stato messo in libertà vigilata: lo scorso luglio però ci sarebbe ricascato e avrebbe aggredito e ferito altre quattro donne, tutte prostitute, rompendo loro gambe e costole.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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La polizia ha intanto lanciato un avvertimento su di lui, definito un pericolo per le donne: «Stiamo cercando un criminale - ha detto una fonte della polizia -, ma in effetti è una sorta di Barbablù». Il fuggitivo è ora al centro di una imponente caccia all'uomo. Sui suoi profili social, postava frasi come «troppo strano per vivere, troppo raro per morire», oppure ammonimenti come «non credere mai a una donna». Ma tra il non credere alle donne, non fidarsi delle donne, e ammazzarle di botte, c'è una bella differenza.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Settembre 2018, 18:57
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