Dora, il baby cinghiale rinato grazie alle pappardelle

Dora, il baby cinghiale rinato grazie alle pappardelle

di Bianca Francavilla
Pappardelle al cinghiale. Non è il nome di una delle più rinomate ricette italiane, ma il testo del post diventato virale in poche ore. Nell’immagine condivisa da Ilaria David si vede un baby cinghiale che mangia un bel piatto di pappardelle succulente. “Condite solo con il pomodoro – sottolinea Ilaria – naturalmente”. E la storia del cucciolo rimasto orfano per alcune ore è tutta da scoprire, soprattutto perché in Italia tenere un cinghiale in casa è reato. “La fortuna di Dora – questo il nome dato alla nuova arrivata in casa David – è stata che è il risultato di un “flirt” tra un maiale e un cinghiale, come accertato dal veterinario. Se fosse stato un cinghiale puro non avremmo potuto tenerla perché è vietato dalla legge che non ammette deroghe. Immaginiamo che una scrofa sia scappata da un allevamento per poi tornare incinta. Una volta nati i cuccioli l’allevamento deve averli abbandonati perché ibridi. Una mia amica ha trovato il cucciolo vicino alla Salaria e ha pensato di portarlo a me, che lotto da tempo nella mia maniera per dimostrare che tutti gli animali possono diventare da affezione ed avere una fine migliore che essere esposti nel bancone di un macellaio”.

La piccola e ibrida Dora ora vive come una principessa: ha un tappeto dove dormire, fa i bisogni su una traversina ed è al caldo della casa di Ilaria. “Ma non è stato facile dal primo giorno -  racconta Ilaria -. All’inizio non si trovava a suo agio nella stanza dove l’ho messa e non mangiava. Ho pensato che fosse a causa della sterilizzazione, necessaria per non farla diventare aggressiva, ma ero seriamente preoccupata. Poi è successa una cosa simpatica. Un vero e proprio miracolo. Ho cucinato delle pappardelle con il pomodoro, l’olio e il parmigiano e ho provato a dargliele. Le ha divorate ed è tornata in vita, in tutti i sensi”. Il veterinario ha consigliato alla nuova padrona di tenerla in casa nei primi due mesi di vita, così che possa abituarsi gradualmente al nuovo habitat ed addomesticarsi, per poi trasferirla in giardino.

Ma le sorprese per Dora non sono finite. “Ancora non ha conosciuto i suoi “fratelli” – racconta Ilaria -. In casa, infatti, ho anche le pecorelle Rosa e Valentina che ho preso a Pasqua del 2017, Fortunello detto Nello trovato che piangeva come un bambino dietro un cespuglio di un parco di Roma Nord ancora con il cordone ombelicale, le caprette Gina e Pina tolte ad un pastore che le maltrattava, le galline Thelma e Louise che fanno compagnia ad altre sette trovate che attraversavano da sole la strada, l’asinella Camilla che poverina ha vissuto 11 anni in solitudine dentro una stalla, sette cani alcuni dei quali provenienti da un rifugio lager della Sicilia, 25 gatti con la Felv che è una malattia simile all’Aids per l’uomo che vivono in una stanza solo per loro con la stufa a pellet, e il maiale Pepito che su Facebook ha tanti fan perché sembra che sorride”.

Insomma, quello di Ilaria più che un caso fortuito sembra una passione e un modo per diffondere un messaggio. “Ho la fortuna di avere un giardino di 4mila mq e gli animali stanno lì, ma non posso distrarmi un attimo che entrano in casa perché vogliono sdraiarsi sul divano. Quando torno con le buste della spesa devo lanciarle dentro altrimenti me li ritrovo tutti in salotto. E spesso, mentre sono a cena, vedo che spiano me e mia sorella dalla finestra. Io ho una mia teoria – conclude Ilaria, che è in perenne collegamento con i rifugi della zona che le “passano” gli animali che non possono tenere -. Secondo me ci dicono che la vita della pecora può essere solo quella di camminare in gregge perché se ci dicessero che se sei triste ti viene vicino proprio come un cane non la mangerebbe più nessuno”.   
Ultimo aggiornamento: Sabato 30 Novembre 2019, 18:25
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