Un tocco di grappa e il cocktail migliora: la nuova tendenza della mixability

Un tocco di grappa e il cocktail migliora: la nuova tendenza della mixability

di Nicole Cavazzuti
Non più solo un semplice digestivo. La grappa oggi si trasforma sempre più spesso in cocktail. Grazie agli investimenti delle aziende che, oltre a lanciare sul mercato etichette pensate per la mixability, investono nella promozione di iniziative come gli aperitivi con abbinamenti tra food e drink alla grappa firmati da Distillerie Mazzetti. E, grazie al traino della moda della glocal mixology, ovvero della valorizzazione dei prodotti del territorio.



Tra i pionieri a usare il distillato di vinaccia come ingrediente nei cocktail c'è Luigi Barberis, proprietario del Caffè degli Artisti di Alessandria. Oggi in carta ne propone tre, tra cui l'M&M's con grappa di Moscato Mazzetti, gocce di bitter Campari, spremuta di bergamotto, miele e lamponi freschi. «La grappa è versatile e dona eleganza e struttura», spiega Sacha Mecocci Head Bartender del Fusion Bar di Firenze dove si può bere il Bevilesto, con grappa di Moscato Nonino, Rabarbaro Zucca, liquore Strega, Campari bitter e Biancosarti. Della stessa idea è Stefano Armiento owner del KioskoStiss sul Lago di Viverone, ideatore del Piedmont Signature con grappa Domus Ruchè, liquore alla ciliegia, riduzione di vermouth rosso, estratto di pera, dashes bitter alla pesca ed essenza di rosa.

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Aprile 2019, 09:11
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