Capodanno, il menu nella Pompei di 2.000 anni fa prevedeva miele, datteri e fichi secchi

Capodanno, il menu nella Pompei di 2.000 anni fa prevedeva miele, datteri e fichi secchi

di Susy Malafronte
Anche nelle antiche città di Roma e Pompei si festeggiava il Capodanno. Il Pontefice Massimo, il primo giorno di gennaio, offriva al dio Giano farro con sale e una focaccia - fatta con cacio grattugiato, farina, uova e olio - per propiziare l'influenza benefica della divinità sulla natura e sui raccolti. I romani invitavano gli amici a pranzo per scambiarsi un vaso di miele con datteri e fichi secchi: «Perché l'anno che inizia sia dolce», racconta il poeta Ovidio. I fichi, detti strenae - da cui il nostro strenna - erano accompagnati da foglie d'alloro, come augurio di fortuna e di felicità. L'immagine dell'affresco della «Villa di Poppea», a Oplontis, raffigurante un cesto di fichi - postato dal Parco Archeologico di Pompei sui social per raccontare il Capodanno della città antica di duemila anni fa - è diventata virale.
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 1 Gennaio 2019, 18:41
© RIPRODUZIONE RISERVATA