Mauro Uliassi: la mia cucina erotica e contemporanea. Ecco i segreti del nuovo chef tre stelle italiano

Mauro Uliassi: la mia cucina erotica e contemporanea. Ecco i segreti del nuovo chef tre stelle italiano

di Rita Vecchio
È l'ultimo super applaudito tre stelle italiano. Mauro Uliassi, dell'omonimo ristorante di Senigallia, è considerato uno dei cento migliori chef del mondo. Ha conquistato tutti oltre che per bravura, per la sua allegria travolgente.
Felicità a mille?
«Una sensazione stupenda. Siamo pieni di vita e di voglia di lavorare. Sa qual è la cosa più bella? Vedere la felicità di clienti che avevano prenotato il due stelle e d'un tratto si ritrovano in un tre stelle».
Ve l'aspettavate?
«Ci sentivamo osservati da almeno quattro anni. Girava voce di un tre stelle nel centro Italia Ma la stella, finché non la vedi, non ci credi».
Come lo avete saputo?
«Mi hanno chiamato per cucinare e mi sono trovato catapultato a sorpresa sul palco. Qualche minuto prima, Massimo Bottura ha letto il nome del nuovo tristellato»
Quindi Bottura ha spoilerato.
«Per modo di dire...»(ride, ndr).
Il segreto?
«Non c'è. Siamo noi - io, mia sorella Catia e la passione di altri quattro chef - con la nostra cucina semplice e naturale. Abbiamo lavorato migliorando giorno dopo giorno».
Farà tv?
«No. Significherebbe avere tempo e possibilità e io mi allontanerei troppo dal ristorante».
Ma come è cominciato tutto?
«Andavo all'industriale, ma c'erano poche donne ed era noioso (ride, ndr). Sono passato all'alberghiero e poi l'università. Ho iniziato a insegnare, guadagnavo bene e non mi piaceva fare il cuoco».
E poi?
«E poi è arrivata mia moglie e una sera, gonfio d'amore, ho preparato una cena per lei e i suoi amici. Loro entusiasti e io ho capito il potere che avevo. Dopo sette anni, ho aperto il ristorante con mia sorella».
Se non avesse fatto il cuoco?
«Sarei stato un musicista. Suono, male, la chitarra. Adoro Chet Baker, jazz e blues».
Cucina che non è una fotocopia del passato.
«È viva. Viaggia. Usa moderne tecnologie, ma affonda le radici nella tradizione. È una cucina del qui e ora, piena di felicità di vivere il presente».
In tre parole?
«Erotica, contemporanea, gioiosa».
Erotica?
«Sì, c'è tanto eros. Il mangiare è l'unica attività, insieme al sesso, che coinvolge tutti e cinque i sensi. Quando cuciniamo, pensiamo al piacere che diamo alle persone».
Un inno alla gioia.
«E un ringraziamento agli dei, per la mia visione religiosa. Non a caso faccio parte della fondazione Paladini per i malati di Sla: noi siamo fortunati, ma c'è chi lo è meno. A me ha cambiato il modo di vedere le cose».
Un piatto legato ad un luogo?
«La ricciola cocco e lime all'Antonio Mattei, dal nome del mio amico. Mi ricorda un atollo in Polinesia. Tende, fucili e canna da pesca per un mese. Il viaggio della vita».
Progetti a tre stelle?
«Rimanere a tre stelle. Un punto di partenza che non so dove porterà. Ma non importa. Anche questo, è un qui e ora».
 
Ultimo aggiornamento: Domenica 31 Marzo 2019, 21:25
© RIPRODUZIONE RISERVATA