Francesco Pannofino e Emanuela Rossi insieme in scena alla Sala Umberto

Francesco Pannofino e Emanuela Rossi insieme in scena alla Sala Umberto

di Tiziana Boldrini
In coppia con Emanuela Rossi, compagna anche nella vita, Francesco Pannofino porta in scena I suoceri albanesi.

Il senso dello spettacolo?
«È una commedia in cui i protagonisti mettono in discussione ciò in cui credono da sempre, c'è una crescita a livello umano ma anche un invito a non estremizzare mai».

L'equilibrio prima di tutto?
«Sì certo, è necessario guardare le cose per come sono, affrontare i problemi con buon senso ed amore, come nelle famiglie sane».

Invece, oggi?
«C'è molta intolleranza, non vogliamo saperne nulla dell'altro. Ci vorrebbe più accoglienza, ma non indiscriminata altrimenti sarebbe invasione, solo per chi ha veramente bisogno».

Da genitori, cosa insegnate a vostro figlio?
«Niente, per fortuna la maggior parte delle ciambelle vengono con il buco. Ci amiamo con i nostri difetti, ci scontriamo, superiamo le difficoltà insieme».

Lavorare con sua moglie?
«C'è molta complicità, andiamo più d'accordo professionalmente che nella vita, quindi passare il tempo sul palco è un bene».

Il pubblico?
«Ride e riflette. C'è aderenza alla realtà, anche rispetto alle mode del tempo, è come se lo spettatore entrasse nell'appartamento e si sedesse sul divano, si pensa ad un sequel».

E poi?
«Ho girato La banda dei tre con Marco Bocci, interpreto un malavitoso convertito, al Terminillo Film Festival, invece, il corto Djinn Tonic ha vinto come miglior film, finora ha totalizzato venticinque premi».

Il ruolo del festival?
«A causa di neve e terremoto, questa edizione stava per saltare, poi è andato tutto in porto, per ripartire bisogna essere presenti, dare segni di positività».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Febbraio 2017, 10:04
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