Sanremo ricorda Claudio Abbado,
ma preoccupano i dati di ascolto
di Michela Greco
Ascolti disastrosi paragonabili a quelli del 2008, con un calo di ben 12 punti rispetto alla prima sera (nel 2013 fu -6). La colpa? Tutta della partita in chiaro del Milan, dice la Rai: «Per me è rassicurante che la curva del programma sia netta – rivendica Fazio - finita la partita, il festival è tornato al 45%. Sappiamo che il secondo anno con gli stessi conduttori è meno sorprendente, ma sono orgoglioso delle scelte fatte. Non abbiamo ceduto a un cast di persone straconosciute».
Ma poi il bravo presentatore perde le staffe quando gli chiedono conto dei suoi monologhi: «Buonista? Questa parola mi ha rotto le palle! In un Paese costruito sulla rabbia, interpretare la buona educazione come buonismo è istigazione a delinquere». Fazio è sicuro del fatto suo: «Dopo 30 anni non credo di giocarmi la carriera su qualche punto di share», ed elude le domande sul 2015: «Già adesso mi presento in vestaglia... fatemi arrivare a sabato».
Parola al palco, dunque, che punta sulla musica e schiera i brani di tutti i big intervallati dal monologo di Lucianina sulla bellezza. Femminile, maschile, con la barba o i peletti, la plastica o le rughe... per arrivare a dire «La bellezza non ha a che fare con la normalità, il bello è che siamo tutti diversi, un mondo di uguali è l'incubo totalitario». E a lanciare un'idea, scegliendo nomi non casuali: «Barilla, non ci può essere uno spot con un bambino down?», seguito da un trascinante balletto in stampelle e un coinvolgente flashmob iniziato come finta irruzione e continuato con un medley a cappella di artisti che si erano confusi tra gli spettatori. Arbore riesuma Ma la notte no e fa cantare la platea, poi (tardissimo) arrivano l'astronauta Parmitano, i quattro giovani rimasti (Rocco Hunt, Veronica De Simone, The Niro e Vadim) e lo struggente Damien Rice.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Febbraio 2014, 09:34
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