Dal Dopofestival a Rai dire Niùs, si ride con la Gialappa's: "Cazzeggeremo con gli ospiti"

Dal Dopofestival a Rai dire Niùs, si ride con la Gialappa's: "Cazzeggeremo con gli ospiti"

di Donatella Aragozzini
Da domani a sabato notte il Dopofestival su Rai1, domenica Quelli che il calcio su Rai2 e da lunedì 13 febbraio il nuovo Rai dire niùs, in onda dal lunedì al venerdì alle 21.00, sempre su Rai2, fino a maggio.

Giorgio Gherarducci, sarà un periodo di fuoco per voi della Gialappa's.
«Già, se non ci ricoverano prima... erano anni che non lavoravamo così tanto!».

Andiamo con ordine: domani comincia Sanremo, come sarà il nuovo Dopofestival?
«Il format è molto simile a quello dell'anno scorso, con noi ci sarà ancora Nicola Savino, il maestro Vittorio Cosma che stavolta avrà una band e, al posto di Max Giusti, Ubaldo Pantani. Il grosso comunque lo faranno i cantanti e gli ospiti che gravitano attorno al festival, che cercheremo di coinvolgere nel cazzeggio. E poi avremo due o tre chicche per i palati più fini, come Manuel Agnelli e Mark King dei Level 42».

Con Savino lavorate fianco a fianco anche a Quelli che il calcio: come è questa edizione?
«Credo che ora il programma abbia una sua identità e che abbia un senso che si chiami così: è tornato a occuparsi di calcio in maniera leggera».

Il nuovo Rai dire Niùs, invece, si occuperà di attualità in maniera leggera, giusto?
«Sì, prenderemo spunto dalla cronaca, la politica e le cazzate che girano sul web. Il tentativo è far ridere con una giornalista credibile, Mia Ceran, e un cialtrone che cerca di fare il giornalista, Mago Forest, due anime diverse che si confrontano con le notizie. Noi commenteremo i filmati e interloquiremo con i due conduttori».

Sarà un tg satirico, insomma.
«No, un tg comico, perché non cerchiamo la polemica, lo scoop, non faremo la rassegna stampa come Fiorello né avremo degli inviati che realizzano servizi come Striscia, i nostri non saranno credibili. Per contrasto, avremo una scenografia molto giornalistica, da Cnn: l'immagine è curata da Marcello Cesena, che dovrebbe anche fare un meteorologo abbastanza improbabile».

Quanto spazio sarà lasciato all'improvvisazione?
«In tutti i nostri programmi c'è una forte base scritta all'interno della quale si cazzeggia e si improvvisa. Solo le telecronache di Rai dire Nazionale sono improvvisazione pura».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Febbraio 2017, 09:45
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