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Santamaria all'Ariston: "Io in gara? Perché no"

di Michela Greco
SANREMO - Stasera sar sul palco di Sanremo, dopo averlo calcato nel 2010 con la PFM e il suo collega Stefano Accorsi, ma stavolta come ospite per promuovere “Non mai troppo tardi”, la fiction in cui interpreta il “maestro della tv” Alberto Manzi, in onda il 24 e 25 su RaiUno. l'eclettico “attore-cantante” Claudio Santamaria.

Claudio, chi era Manzi?

Un essere umano straordinario, che ha sempre puntato all'essere e non all'avere. Aveva davanti ai suoi occhi una missione e la portava avanti con ogni mezzo, sfidando le regole e tutto ciò che potesse svilire la personalità dei ragazzini. Aveva ingaggiato una lotta contro la burocrazia, che secondo lui andava contro il normale sviluppo dei giovani.



Lo conosceva già prima di interpretarlo?

Avevo una conoscenza vaga del personaggio, l'ho scoperto bene con questa fiction: nella pedagogia ha portato progressi straordinari, era un innovatore non solo per quei tempi, ma anche per il presente. Per questo ora lo celebriamo e lo facciamo conoscere a chi non sa chi fosse.



Si sente simile a lui sotto qualche aspetto?

Nell'amore smisurato per i bambini. Manzi aveva una pazienza infinita con loro e con gli anziani, e magari litigava spesso con gli adulti. Lui diceva che insegnare è l'arte dell'attesa, perché bisogna aspettare i tempi dei bimbi.



C'è un personaggio così oggi?

Sì, qualcuno come lui che dedica la vita a una missione c'è: mi viene in mente Gino Strada, il fondatore di Emergency.



Al cinema doppia (di nuovo) Batman in Lego Movie, dopo aver già dato la voce Christian Bale nel film.

Sì, è la mia seconda identità, quando non mi voglio far riconoscere al telefono faccio la sua voce profonda. È stato divertente perché anch'io, come tutti, ho giocato con i Lego e li amo molto. Quelli con cui giocavo io da piccolo erano diversi, pezzettini tutti uguali con cui costruivo le mie astronavi, oggi sono più specifici e tematizzati, ma resta un bellissimo strumento per stimolare lo sviluppo creativo dei bambini.



Cos'è per lei Sanremo?

L'ho sempre visto e quando non avevo impegni di lavoro lo vedevo tutte le sere e scommettevo con gli amici sul vincitore. Non mi piace il sistema del televoto, che deforma lo spirito competitivo. Il vincitore dovrebbe essere decretato solo dalla giuria di qualità e il premio del pubblico dovrebbe essere separato. Se resta così non ci si può lamentare se poi vincono i cantanti dei talent show, che hanno esattamente il pubblico che vota col telefonino.



Chi le piace tra gli ospiti di quest'anno?

Mi piace molto Rufus Wainwright, adoro il modo in cui canta e suona, e mi piace il suo spirito. Tra l'altro la Littizzetto mi ha citato come contraltare, per il mio nome, per placare la polemica sulla militanza gay (ride).



Dopo Rino Gaetano e il 1° maggio, le manca solo di venire in gara a Sanremo...

Perché no? Se mi capitasse l'occasione mi piacerebbe molto.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Febbraio 2014, 18:14
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