Alessandro Siani a Sanremo, la sua comicità "scorretta" diventa un caso politico

Alessandro Siani a Sanremo, la sua comicità "scorretta" diventa un caso politico

di Federico Vacalebre

C'è rimasto male Alessandro Siani: nel 2012 aveva sbancato all'Ariston, questa volta non è andata nella stessa maniera, anche se gli applausi della sala e il responso degli ascolti continuano ad essere dalla sua parte. In un'edizione normalizzata e senza brio, capita che persino la sua comicità buonista possa passare per «politicamente scorretta».

Entrando sul palco dalla sala, il comico napoletano si è scatenato in un freestyle dei suoi, giocando sull'età da Inps di due fans che gli andavano incontro e poi sulla stazza di un bambino, 9 anni si saprà dopo, in prima fila: «Ci stai nella poltrona, bello a zio?». E ancora: «Pensavo fosse una comitiva e invece era da solo».
Immediata la reazione del popolo della rete, attentissimo a questo Sanremo, il più social di tutti i tempi, dicono i dati. Se alla vigilia si temevano le battute su Salvini, se Renzi non ha avuto nulla da ridire, se Brunetta ha come d'abitudine reagito con stile alla sketch sulla sua altezza («comico razzista e battuta schifosa»), ad accendere la prima polemica di questa kermesse piatta e di successo finisce per essere il più classico degli stereotipi umoristici, l'accanimento sui difetti fisici, bocciato da una valanga di tweet che da martedì notte è andata avanti per tutta la giornata di ieri.

«Non entro nel merito di una battuta che può piacere o meno: questo nella mia carriera l'ha sempre deciso il pubblico ed è giusto che ognuno dica la sua», reagisce a caldo il principe del botteghino: «Una gag può essere giudicata sopra le righe, un'altra può essere divertente, un'altra più o meno efficace, e ho sempre accettato suggerimenti e commenti da parte di tutti. In teatro mi capita di ironizzare sul pubblico, con affetto, oltre che con rispetto per chi paga il biglietto per venire a vedermi. Mi è capitato, ospite di Carlo Conti, di prendere in giro il violinista, una signora. Un grande diceva che a Sanremo anche un colpo di tosse diventa una broncopolmonite. Martedì ho visto un bambino che aveva lo stesso volto simpatico del piccolo protagonista del mio film ”Si accettano miracoli”. Mi è venuta voglia di scherzare con lui nello spirito goliardico di quel film. Massimo rispetto per il bimbo, poi ci siamo fatti anche una foto insieme, c'era anche la madre, anche se qualcuno ha pensato che fosse per riparare la mia presunta gaffe».

Qualcuno ha pensato che per questo stesso motivo l'attore-regista avesse devoluto il cachet agli ospedali pediatrici Santobono e Gaslini, «ma la decisione era precedente, già da novembre ho iniziato un progetto per i piccoli pazienti napoletani, ora l'ho allargato a Genova: al Santobono compreremo un'autoambulanza, al Gaslini arriveranno dei macchinari». E conclude, Siani: «Essere tornato a Sanremo rimane per me un onore, un grandissimo piacere, anche perché ho avuto la possibilità di ricordare un grande artista come Pino Daniele, attraverso la canzone che ha scritto con Troisi: due punti di riferimento altissimi».

Ma la polemica non si placa, contro il comico si schierano l'Osservatorio sui minori, Adriana Poli Bortone (Fratelli d'Italia), ma anche il docente di psicologia Tonino Cantelmi («una grave forma di cyberbullismo antigrasso»), Mauro Coruzzi/Platinette («sui difetti fisici non si ride») e Luigi Angrisani (direttore di chirurgia laparoscopica e generale del San Giovanni Bosco di Napoli ed ex presidente della Federazione mondiale per la chirurgia dell'obesità). In sua difesa la Rai, che pure avrebbe fatto a meno della battuta incriminata, con il direttore generale Gubitosi («Non credo volesse offendere nessuno, bisogna imparare a rilassarsi e a godere della satira»), il direttore della rete ammiraglia Giancarlo Leone e Carlo Conti: «Era uno sketch improvvisato, l'ho sottolineato subito in diretta».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Febbraio 2015, 09:14