Incognito, i pionieri dell'acid jazz approdano al Blue Note per dieci concerti

Incognito, i pionieri dell'acid jazz approdano al Blue Note per dieci concerti

di Massimiliano Leva
Ci sono canzoni o band che non conoscono tempo. A volte, senza neppure essere dei classici. Un esempio? Gli Incognito, in arrivo da domani a sabato sul palco del Blue Note. 

Un gruppo che per oltre tre decenni ha scansato mode, costumi, suoni in voga, rimanendo sempre fedele a un sound che in qualche modo ha fatto storia. La loro avventura comincia nella Londra di fine anni Settanta, tra i bagliori del punk, per poi attraversare il periodo dell'acid jazz di fine anni Novanta sino a ai giorni nostri. 

«Il segreto? La musica mi tiene vivo. Per certi versi è una fortuna che il successo non ci abbia portato alle stelle e che suonare sia sempre il lavoro più bello del mondo», racconta Jean Paul Maunick: classe 1957, inglese originario delle Mauritius, leader della band e l'unico vero fondatore del gruppo, che mai ha smesso di fare musica. Cinque milioni di dischi venduti e uno stile, nel segno dell'acid jazz, che ha influenzato molti musicisti negli anni dopo il loro esordio. «Suonare, più che un lavoro, per me è stato sempre un sogno. Mi sento un persona fortunata e non solo perché faccio ciò per cui sono più portato ma anche perché ho un talento e l'ho potuto sfruttare», dice.

Anche in Italia sono un culto, tanto che alcune date milanesi al Blue Note sono già esaurite. «L'Italia è ovviamente uno Paese che amiamo e poi anche qui ho amici e colleghi che stimo come Mario Biondi». Dal vivo portano il meglio del loro repertorio creato nei diciassette dischi di carriera pubblicati sino a oggi, compreso l'ultimo cd del 2016, In search of better days, piatto forte della serata. 

Via Borsieri 37, dal 17 al 21 gennaio. Ore 21 e 23.30 47/42 euro.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Gennaio 2017, 09:57
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