Febbre da Cavallo diventa un musical, appuntamento al Sistina

Febbre da Cavallo diventa un musical, appuntamento al Sistina

di Michela Greco
Non manca proprio nulla. C'è la mandrakata dell'etto di carne con la voce in falsetto del Pomata; c'è il whisky maschio senza fischio di Gigi Proietti, che recita disastrosamente (e spassosamente) uno spot vestito da vigile urbano, e c'è la sua fidanzata Gabriella (Sara Zanier), a cui non riesce a nascondere di aver perso soldi scommettendo all'Ippodromo.

C'è insomma la romanità cialtrona di chi se la cava sempre ricorrendo a fantasiosi espedienti e ci sono tutte le battute e le situazioni che hanno reso Febbre da cavallo un film culto. Stiamo parlando del musical omonimo - in scena dal 16 marzo al Teatro Sistina di Roma - realizzato per celebrare il 40° anniversario della leggendaria commedia di Steno unendo le forze del figlio Enrico Vanzina, di Claudio Insegno alla regia e di Enrico Brignano alla supervisione artistica. A raccogliere la pericolosa sfida di indossare i panni che furono di Enrico Montesano (er Pomata), Gigi Proietti (Mandrake) e del meno noto Francesco De Rosa (il loro compare Felice) sono rispettivamente Andrea Perroni, Patrizio Cigliano e Tiziano Caputo. Il primo sfoggia un mimetismo fisico e vocale impressionante con il personaggio originale, restituendo ritmo e freschezza a quel furbetto capitolino pronto a far morire la mamma a comando pur di sfuggire ai creditori.

Per il secondo l'ardua impresa di confrontarsi con il carisma del gigante Proietti non è purtroppo compiuta: alla vaga somiglianza di stile con Mandrake, Cigliano non riesce ad affiancare i giusti tempi comici. 
Poco male, però, se tra i comprimari figurano personaggi come Maurizio Mattioli (l'avvocato De Marchis) e se tra una scena e l'altra torna a risuonare la leggendaria colonna sonora del film che fu composta da Franco Bixio, Vince Tempera e Fabio Frizzi. Quest'ultimo firma anche le nuove musiche della versione teatrale, orecchiabili e ritmate quanto basta per far ballare quello che, sul palco, diventa una sorta di coro greco in versione goliardica e super colorata, accessoriato con code di cavallo e look anni 70 che tornano anche nella scenografia, anch'essa rispettosissima della versione cinematografica... per quanto sia possibile ricreare a teatro l'atmosfera e la luce del centro di Roma, cuore di un film indimenticabile. E che non smette di far ridere anche alla sua centesima visione.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Marzo 2017, 09:19
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