'Prima di domani', la storia dark destinata ad appassionare gli adolescenti di tutto il mondo

'Prima di domani', la storia dark destinata ad appassionare gli adolescenti di tutto il mondo

di Michela Greco
Prendete il film Ricomincio da capo e la serie tv Tredici, shakerateli e otterrete Prima di domani, il film di Ry Russo-Young tratto dal romanzo bestseller di Lauren Olivier dal titolo E finalmente ti dirò addio. Ieri in anteprima al Giffoni Film Festival e da oggi nelle sale, il film intreccia teen-movie e dark comedy, thriller e dramma, mirando con gran precisione al pubblico cosiddetto young-adult, cioè gli adolescenti che affrontano cambiamenti fisici ed emotivi tumultuosi e cercano di capire qual è il loro posto nel mondo.

Il che sempre più spesso significa scegliere da che parte schierarsi: da quella dei bulli che, forti della loro presunta popolarità, si permettono di vessare i ragazzini più timidi, o da quella dei cosiddetti loser, i perdenti, e di chi li difende? Prima di domani è il tempo entro cui la protagonista Sam (Zoey Deutch) deve capire come scardinare il loop temporale dentro cui è finita: la sua quotidianità di conflitti con i genitori e la sorellina, di scorribande con le amiche trendy e schermaglie con il fidanzato cool continua a ripetersi ogni mattina nello stesso modo. E la ragazza - una liceale che gode di un certo successo tra i suoi compagni non sa come far sì che le sue giornate tornino a scorrere verso il futuro. 

«Quando ho letto il libro aveva detto la regista - sono rimasta colpita da quanto fosse potente la storia di Sam e dalle interessanti domande che venivano sollevate dal costrutto ripetitivo del giorno. L'abilità di Lauren Oliver nel bilanciare quell'equilibrio emotivo e filosofico ha risuonato in me a livello personale, mi ha ricordato le mie amicizie in quel momento della mia vita, quanto profonde e incomprensibili fossero, e le scelte drammatiche che sentivo di star affrontando a quel tempo».

Prima di domani coglie infatti la sostanza incandescente dei dilemmi adolescenziali - che vedono i ragazzi combattuti tra l'ansia di adeguarsi al gruppo e lo stimolo a imboccare la propria personalissima strada - vi aggiunge una scadenza senza appello e li inserisce nel gioco narrativo della ripetizione. Purtroppo, però, lo fa seguendo schemi più che consolidati, senza stupire.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Luglio 2017, 09:01
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