'Ovunque tu sarai', storia di tifo e di amicizia: Memphis, Montanari e Apolloni a Leggo

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di Francesco Balzani
Il 5 marzo 2008 non è una data qualunque per i tifosi della Roma. È il giorno, anzi la sera, in cui i giallorossi espugnarono per 1-2 il mitico Bernabeu di Madrid. È questo l'evento che fa da sfondo a Ovunque tu sarai nuovo film di Roberto Capucci in uscita nelle sale il 6 aprile e dal titolo che rievoca un coro della curva Sud e una canzone di Marco Conidi che per l'occasione ne ha scritta un'altra come colonna sonora della pellicola. «Una canzone che parla di amicizia, che è poi il tema sul quale verte tutto il film in cui cerchiamo di far diventare i tifosi protagonisti e non spettatori come sono di solito», ha spiegato lo sceneggiatore e attore Luigi Apolloni.

Sì, perché il viaggio dei 4 amici Ricky Memphis, Primo Reggiani, Francesco Montanari e lo stesso Apolloni è una vera e propria metafora della vita. «È una commedia emotiva, profonda. Direi un film fluido che racconta l'amicizia e l'amore. Una trasferta che fa crescere i personaggi accomunati dalla stessa passione. Ognuno di loro, infatti, ha un segreto da nascondere che sarà svelato nel corso del viaggio», ha aggiunto Memphis che nel 1991 fu protagonista di un'altra trasferta da film dai toni decisamente diversi: Ultrà, grazie al quale vinse l'Oscar europeo come miglior attore.

Della comitiva di amici fa parte Montanari che nel film si chiama Giordano, nome affibbiato dal papà laziale: «Sono il più maniacale tra i quattro. Un trentenne che pensa solo al calcio, che non è mai cresciuto e che alla fine del viaggio sarà più maturo. La trasferta è un percorso che permette di togliere le barriere personali». Pure grazie a un cazzotto rifilato a Memphis.

In realtà i 4 amici partono col mitico pulmino Volkswagen da Roma, prendendo la trasferta come pretesto per vivere l'addio al celibato di Francesco (Primo Reggiani). Nel loro percorso incrociano quello di Pilar, una splendida cantante spagnola che provoca il caos all'interno del gruppo. Una trasferta maschile che però alla prima ha appassionato soprattutto il pubblico femminile. «Alcune hanno apprezzato la presa in giro del mondo maschile, un po' come accaduto in Febbre a 90° o in Una notte da leoni. Piace come a un uomo piacerebbe assistere a un addio al nubilato», ha aggiunto Apolloni.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Marzo 2017, 09:13
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