Giovanni Veronesi e Massimo Cervelli a Leggo: "La radio, i set e la Bellucci"

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di Alvaro Moretti
La promessa era questa: «Direttore, vieni a prenderci in studio, dai un’occhiata alla trasmissione, poi ci vediamo a Leggo». Direttori per un giorno? Bene, avremmo anche un titolo anche se oggi è una giornataccia per le notizie liete».

Giovanni Veronesi e Massimo Cervelli sono la strana, ma toscanissima, coppia di successo di Non è un paese per giovani: a Radio2, dal lunedì al venerdì alle 12 si parla e ascolta musica, si sorride parecchio. Senza copione: «Scrivo sul telefonino solo il pistolotto iniziale - dice Veronesi il resto è senza copione». Con le imitazioni di Max Tortora, con Margherita Buy che fa la prof di ansia. Ieri c'era e duettava con Brunello Cucinelli, nostro signore di ogni cachemire.

Giovanni Veronesi regista di tanti cult della commedia italiana recente tira fuori, all'improvviso, battute coi tempi giusti di chi sa quando: «Quando parlava di imprenditori illuminati dice di Cucinelli ho anche visto una luce entrare nello studio di via Asiago». Cervelli, the voice («l'altro giorno mi hanno voluto pagare il caffè perché mi hanno riconosciuto dal timbro», inconfondibile in effetti), sorride: «La mensa di Cucinelli sembra l'enoteca Pinchiorri». È lui che spiega: «Il titolo della trasmissione viene confermato ogni settimana: ci chiamano i ragazzi italiani da lontano, Australia, Danimarca. All'estero ce la fanno. E non vogliono tornare».
 
 


Tornano, invece, le vecchie frequentazioni, la Toscana: domani puntatona da Firenze. «C'è uno studio Rai anche lì, a casa nostra, anche se noi Veronesi dice Giovanni, ormai direttore per un giorno da mezz'ora, col cappellino da rivoluzionario cubano - abbiamo tolto le ragnatele e invitato Ceccherini e Pieraccioni. Pensare che in quegli anni a Firenze e dintorni son venuti fuori un bel po' di pezzi grossi. Benigni e gli altri: il teatro Metastasio, l'assessorato alla cultura che aveva una visione innovativa. Mi sa che in onda ci accorgeremo di quanto siamo invecchiati». Anni di radio private («Radio One dice Cervelli - conoscevo la posizione di ogni disco: da Abba a ZZ Top. Poi Videomusic etc.»). Veronesi è un fiume in piena di ricordi e progetti: «Sto lavorando a un film, Gli infedeli, in cui gioco sporco: rivelo alle donne come tradiscono i loro uomini, noi uomini».

Un manuale d'amore... Come quello della scena più sexy del cinema italiano: Scamarcio in carrozzella e la fisioterapista hot Monica Bellucci. «Quella scena è nata da un sogno: ho sognato di fare l'amore in quel modo con la Bellucci, la mattina glielo ho detto al telefono, poi un pezzo di film intorno a quella scena. Lei m'ha detto: Giovanni, sei un maialino. Non aveva capito la posizione: tutto quell'erotismo e non si vede altro che una mutandina che sfila via».

Grande tifoso juventino, come il fratello scrittore, Sandro: «Uno dei più grandi di questi anni: ho un rapporto splendido con lui. Era quello serio, io il teppista. Un punto di riferimento culturale per me. La passione per la Juve un cemento». I ricordi di Bowie sul set («io e Pieraccioni a fare gli accalappiacani per la Garfagnana sul set di Il mio West: David non li voleva vedere nel raggio di 3 km») e la disistima per gli artisti legati al denaro. «Dario Fo e Mimmo Paladino, invece, due grandissimi: Fo ha anche cantato il rap in radio con noi. E Paladino fatto opere che regalava». Ha una sua top degli attori italiani, Veronesi: «Elio Germano e Kim Rossi Stuart».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Maggio 2017, 09:38
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