Caterina Murino: Meno Hollywood, più Cina - Intervista

Caterina Murino: Meno Hollywood, più Cina - Intervista

di Ilaria Ravarino
ROMA - Con un film all’anno, e qualche apparizione in tv, Caterina Murino è una presenza discreta ma costante nell’immaginario italiano. Sarebbe però un errore ridurne la carriera alla sola prospettiva nazionale: perché anche se nel weekend era tra le giurate del Galà del Cinema e della Fiction in Campania, e presto tornerà in sala in Italia con Il manoscritto di Alberto Rondalli, Murino la sua popolarità l’ha costruita altrove. Su scala internazionale. O meglio: globale. 

Il manoscritto: film italiano o internazionale?

È girato in italiano ma il cast è internazionale. È una storia corale di genere erotico-cavalleresco. È ambientata tra il 1600 e il 1900 e scritta con un meccanismo di scatole cinesi. È un film molto complicato, già Luis Buñuel provò a realizzarlo prima di morire. 

Lei è nella parte erotica o in quella cavalleresca?

Nel mio segmento di storia non c’è niente di erotico. A dire il vero non c’è nemmeno un cavallo. Posso solo dire che sarò in un castello, e che ho una scena pazzesca.

Altri progetti?

Sarò a teatro da febbraio con L’idea di ucciderti insieme a Fabio Sartor. E poi ho il mio secondo film cinese, ma in Italia non lo vedrete mai.

Scusi: il secondo film cinese?

Sì, c’è questo regista cinese che mi adora, non parla una sola parola di inglese ma mi ha voluto in due film. Il primo si chiamava L’invincibile piccolo maialino volante, un film per bambini con tanti effetti speciali, finanziato dal governo cinese, con una storia in chiave ecologica. Ero una professoressa d’inglese inviata da un altro pianeta per salvare la Terra e resuscitare il maialino. In quest’altro film, The master of matchmakers, sono una donna che cerca di imparare la cucina cinese… è tutto molto divertente..

Altre esperienze internazionali?

L’hanno scorso ho partecipato a un film indiano. Un’esperienza immensa. Ma in Italia non lo sa nessuno.

E Hollywood?

Ho diversi progetti americani in fase di formazione cast e finanziamento. Sono film grandi, la macchina di Hollywood in questo momento è lenta. Ci vuole pazienza.

A 40 anni come ci si sente?

Invecchiando ho ruoli più interessanti. E mi mantengo bene facendo sport. Non bevo, non mi sono mai drogata.

Harvey Weinstein, il produttore molesto, l’ha mai incontrato?

Certo, prima delle altre. Avevo 20 anni, facevo la modella, me lo presentò il mio amico Fabrizio Lombardo. Ci siamo incontrati nel mio albergo, siamo andati a cena e abbiamo fatto le quattro mangiando hamburger a Soho. Ho un ricordo bellissimo di entrambi. Forse ho fatto meno Hollywood di quanto avrei potuto? A ognuno la sua carriera e le sue scelte.. 
Ultimo aggiornamento: Domenica 15 Ottobre 2017, 23:30
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