Jesus Christ Superstar torna al Sistina con Ted Neeley protagonista assoluto

Jesus Christ Superstar torna al Sistina con Ted Neeley protagonista assoluto

di Claudia Faggioni
D opo il grande successo ottenuto in Italia e all’estero, Jesus Christ Superstar chiude in bellezza il tour italiano tornando nella sua casa romana, il Teatro Sistina.

Oltre trecentomila spettatori, tra il 2014 e 2016, per uno spettacolo che ha riportato nei panni di Gesù, dopo oltre quarant’anni, il grande Ted Neeley, Jesus nel musical di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice del 1971, ma soprattutto protagonista del film di Norman Jewison del 1973. A oltre vent’anni dalla prima edizione, l’adattamento italiano dello spettacolo firmato da Massimo Romeo Piparo, rigorosamente in lingua originale e interpretato interamente dal vivo, vanta ormai numeri da record: più di milleseicento rappresentazioni, centosessanta artisti che si sono alternati nel cast, oltre un milione e settecentomila spettatori, quattro diverse edizioni e dodici anni consecutivi in cartellone nei teatri italiani, dal 1994 al 2006.

Lo scorso anno in Olanda è stato anche premiato come migliore produzione internazionale con il prestigioso MusicalWorld Award, uno dei riconoscimenti internazionali più autorevoli nell’ambito del musical. Neeley condividerà la scena con Simona Distefano nei panni di Maria Maddalena, Emiliano Geppetti nel ruolo di Pilato e Paride Acacia, che interpreterà Hannas dopo aver ricoperto per vent’anni il ruolo di Gesù nella versione italiana dello show. A impersonare Giuda sarà invece Feysal Bonciani, scelto da Piparo e dallo stesso Neeley per la sua somiglianza con il compianto Carl Anderson, il Giuda nero del film, scomparso nel 2004. E ancora, l’Orchestra diretta da Emanuele Friello, l’ensemble di ventiquattro tra acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini coreografati da Roberto Croce, le scenografie di Giancarlo Muselli.

«Essere invitato a recitare al Sistina, a Roma, è la realizzazione del sogno di una vita, la ciliegina sulla torta - aveva dichiarato il 73enne Neeley alla presentazione dello spettacolo, lo scorso anno - Ho interpretato Gesù molte volte, ma ogni volta riesco sempre a trovare qualcosa di nuovo. Lo spettacolo è la rappresentazione della speranza, dell’amore, della fede, del lato umano di Gesù, immortalato negli ultimi sette giorni della sua vita. A me ha cambiato la vita, sia a livello professionale che umano».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Aprile 2017, 09:46
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