Sesso, "il maschio 2.0 non prende più iniziativa, preferisce le storie virtuali"
La ricerca ha coinvolto una cinquantina di uomini e donne dai 19 ai 60 anni, chiamati a rispondere a 10 domande sul 'maschio 2.0'. Il 73% ritiene che l'uomo sia cambiato, ma in peggio. Per il 50% è infatti egoista, pensa più al web che alle relazioni concrete e, secondo il 69%, è ormai una realtà la parità nell'approccio sessuale. «Il maschio è sempre più il sesso debole - osserva Alessandro Palmieri, presidente Sia e professore all'Università Federico II di Napoli - La nostra indagine mostra che secondo il 69% delle donne ormai non è più lui a prendere l'iniziativa, che ormai è paritaria e può partire indifferentemente da lui o da lei». L'identikit è quello di «un cyber-maschio in genere fra i 20 e i 40 anni, che dimentica le relazioni reali in favore di quelle virtuali, ancora alla ricerca di se stesso». Resiste però il mito del macho, «modello ideale per il 16% degli intervistati».
«L'andrologo deve essere punto di riferimento per parlare di questi disagi e deve saper intercettare il maschio di oggi, capirlo nella sua identità in mutamento e prendere coscienza delle sue esigenze e dei suoi problemi nelle varie età della vita - affermano Carlo Ceruti e Danilo Di Trapani, responsabili della Commissione Sia progetto 'Bollino blù - Molti giovani uomini oggi vivono in un equilibrio precario tra le illusioni della realtà virtuale e i problemi relazionali della vita vera; poi passano a un'età più adulta in cui la sessualità e la ricerca di paternità sono spesso messe in discussione da priorità di lavoro e stress di vario genere, fino ad arrivare più avanti negli anni a fare i conti con problemi di tipo organico».
Per questo Sia promuove il progetto di certificazione andrologica che individuerà i colleghi più preparati, aggiornati e pronti a raccogliere le sfide del nuovo millennio. Il 'bollino blù è un'attestazione di competenza rilasciata agli specialisti che si sottoporranno a un iter di verifica di alcuni requisiti, primi fra tutti - spiega la Sia in una nota - un costante aggiornamento ed elevati standard qualitativi della prestazione. Una volta ottenuto, non sarà valido per sempre ma dovrà essere aggiornato ogni 5 anni, «per garantire ai pazienti affidabilità e credibilità del professionista inalterate nel tempo», concludono i due esperti.
Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Maggio 2017, 15:13
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