Artrosi, prevenire e curare: i consigli dello specialista

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Prevenire e curare l'artrosi, oggi, è possibile. Chi ne soffre sa bene che i dolori e i problemi che ne nascono sono spesso insostenibili. E allora non resta che rivolgersi a chi, nel tempo, ha sviluppato tecniche e interventi specifici per sostenere i pazienti e aiutarli a superare i disturbi che l'artrosi genera.

Ne parliamo con il dott. Giovanni Di Giacomo del Concordia Hospital di Roma.

Che cosa si intende per artrosi?

“Con il termine artrosi si intende il danno della cartilagine. Si manifesta con una relativa frequenza nei soggetti oltre i 60 anni e ple articolazioni più colpite sono: anca, ginocchio e spalla, le prime due in particolare perché devono sostenere il peso del corpo”.

Che sintomi porta?

“I sintomi più frequenti sono il dolore locale e la difficoltà al movimento, come la zoppia nel caso dell’anca e del ginocchio, difficoltà ad alzare il braccio nell’artrosi di spalla”.

Come si previene l'artrosi?

“L’aspetto più importante è eliminare quei fattori di rischio laddove presenti, che possono contribuire al processo artrosico come ad esempio il sovrappeso o il praticare attività sportive e lavorative che impegnino eccessivamente l’articolazione in questione”.

In caso di dolore come si interviene?

“Innanzitutto con una corretta fisioterapia, poi con l’uso di farmaci anti infiammatori e talvolta anche con l’acido ialuronico che può influire favorevolmente sul dolore”.

Quando si rende necessario l'intervento di protesi?

“Come tendenza si propone la protesi il più tardi possibile, quando il paziente ha un dolore molto forte, resistente ai trattamenti prima elencati. In effetti nella mia personale esperienza non è sempre così”.

Che vuol dire?

“Resistere al dolore per tempi prolungati, oltre ad essere scomodo, compromette le articolazioni vicine o contro laterali, sovraccarica in modo anomalo la colonna vertebrale, e il paziente non muovendo, ad esempio la spalla per diversi anni, accelera l’osteoporosi e induce un importante disturbo ai muscoli articolari. Se pensiamo che le protesi devono essere inserite nel tessuto osseo, capiamo come un’importante osteoporosi può compromettere la stabilità protesica, così come una sofferenza cronica dei muscoli rende difficoltoso il recupero del movimento nell’arto protestetizzato”.

Che tipo di protesi esistono?

Le protesi articolari sostituiscono le estremità delle ossa che costituiscono l’articolazione: come ad esempio nel ginocchio per femore e tibia, nell’anca per bacino e femore, nella spalla per scapola e omero. Questa sostituzione si rende necessaria quando la cartilagine che riveste queste estremità è molto danneggiata.

A chi occorre rivolgersi?
“L’indicazione chirurgica alla protesi viene data dallo specialista ortopedico che terrà in considerazione l’entità del dolore, l’età del paziente, le patologie associate, la durata della malattia, l’osteoporosi, il tono muscolare, l’apparato vascolare e tutti gli altri fattori di rischio”.

Con quale risultato?
“Oggi i risultati degli interventi protesici articolari sono notevolmente migliorati. In particolare sono finalizzati a ridurre il dolore e a recuperare il movimento funzionale. Equipe chirurgiche specializzate e l’innovazione dei materiali hanno contribuito e sicuramente contribuiranno a migliorare i già eccellenti risultati ottenuti”.

E' importante quindi rivolgersi a centri specializzati di alta professionalità?

“Assolutamente sì. Rimane comunque sempre una chirurgia che presuppone un’ indicazione chirurgica corretta, una buona esecuzione tecnica, un valido e monitorizzato recupero post- operatorio, cosi come un’attenta valutazione dei fattori di rischio specifici per ciascun paziente e delle eventuali complicanze di questo tipo di chirurgia come intolleranza all’elemento protesico , infezioni o dolore persistente”.
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Marzo 2017, 10:11
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