Tacchi alti obbligatori a lavoro, il provvedimento che non piace alle donne

Tacchi alti obbligatori a lavoro, il provvedimento che non piace alle donne
Le scarpe con i tacchi alti conferiscono femminilità e sensualità, ma sono anche un supplizio per i piedi di ogni donna. E se a tante piace concedersele per sentirsi più sexy, non a tutte piace indossarli per andare in ufficio: dopo le otto ore o più, i piedi cominciano a risentirne.
Per questo motivo lo scorso anno suscitò grande polemica la storia di Nicola Thorp, la donna licenziata dalla società PriceWaterhouseCooper perché aveva indossato scarpe basse in ufficio, andando contro il dress code imposto dall'azienda di cui era dipendente. La novità di oggi è che il governo inglese non ha ritenuto l'imposizione del codice d'abbigliamento una discriminazione nei confronti delle donne, e ha anzi ribadito come nei luoghi di lavoro in cui vige una regola, questa vale sia per gli uomini sia per le donne senza differenza di genere.
Alla luce di tali considerazioni, le lavoratrici britanniche potrebbero trovarsi a breve a fare nuovamente i conti con chi le vuole vestite di tutto punto anche chiuse dentro un ufficio. 
Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Aprile 2017, 11:46
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