100 giorni alla maturità: festeggia solo 1 studente su 2. Gli altri? Lezioni, verifiche e litigi

100 giorni alla maturità: festeggia solo 1 studente su 2. Gli altri? Lezioni, verifiche e litigi
Non ci sono più i maturandi di una volta. Un tempo, infatti, all’inizio di marzo, per 24 ore (ma a volte si andava anche oltre) il conto alla rovescia degli studenti di quinto si fermava: c’erano i 100 giorni da festeggiare. Uno degli ultimi momenti di svago, da condividere con i propri compagni, prima d’iniziare il rush finale in vista degli esami di giugno. Ora, però, la festa sembra essere stata soppiantata dall’ansia da maturità (e non solo).

A dirlo un sondaggio svolto da Skuola.net su circa 1000 maturandi, proprio alla vigilia dei 100 giorni, che quest’anno cadono il 12 marzo. Perché, se i maturandi hanno detto il vero, quasi la metà di loro – il 46% - è andata a scuola come se nulla fosse. Solo il 54%, infatti, ha organizzato qualcosa che gli faccia ricordare questo giorno. Una rinuncia che, tra l’altro, è quasi sempre volontaria. Potremmo dire che, almeno apparentemente, ci troviamo di fronte a una generazione di studiosi. O, forse, di ragazzi consapevoli di aver preso sottogamba l’appuntamento con l’esame di Stato. Visto che, tra quelli che non festeggeranno i 100 giorni, circa un terzo – il 29% - ha preferito svolgere regolarmente lezione e prepararsi al meglio per affrontare le prove di maturità. E un altro quarto – 24% - ha ritenuto inutile sacrificare ore di scuola che alla fine potrebbero rivelarsi preziose. Ma c’è dell’altro. Perché persino i 100 giorni sono lo specchio dei tempi. Emergono anche qui le difficoltà che molti ragazzi trovano nel socializzare con i propri coetanei. Così, più di 1 maturando su 10 (sempre tra chi non ha partecipato ai festeggiamenti) lo ha fatto perché non va d’accordo con i compagni: sono il 12%. E un ulteriore 17% ha rinunciato data l’impossibilità di mettere d’accordo i vari gruppetti che si sono formati e che hanno spaccato la classe. La maggior parte però, per fortuna, continua a mantenere viva la tradizione. Ma, per coerenza con gli altri, lo ha fatto adottando un basso profilo: 1 su 3 – il 32% - si è accontentato di una cena con gli amici o, al massimo, di una festicciola. L’8% ha organizzato una cena o un concerto dentro scuola. Solo l’8% si è spinto oltre facendo un viaggio di gruppo. E un altro 11% ha allestito la consueta colletta per raccogliere i fondi necessari per organizzare la vacanza.

Resistono i riti storici extra-scolastici: il 9% ha pianificato di andare in spiaggia (se è nelle vicinanze e tempo permettendo) per fare le classiche scritte benauguranti sulla sabbia (aspettando che le onde del mare le cancellino); il 6% è andato in massa a Pisa (per tentare di toccare la lucertola di Piazza dei Miracoli o per fare cento giri attorno alla torre pendente); un altro 6% si è travestito per l’occasione (usanza sempre molto gettonata); il 4% è andato al santuario di San Gabriele (per il rito della benedizione delle penne).

Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Marzo 2018, 16:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA