Campi flegrei vulcano "irrequieto", la spiegazione è la "zona calda"
La 'zona calda' che negli anni '80 ha fatto sollevare di circa 2 metri il suolo dei Campi Flegrei potrebbe aiutare a capire oggi l'irrequietezza del supervulcano. È quanto emerge dallo studio pubblicato su Scientific Reports dal gruppo di ricercatori italiani guidati dal sismologo Luca De Siena, dell'università britannica di Aberdeen. Allo studio hanno partecipato anche Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Osservatorio Vesuviano, università Federico II di Napoli e università del Texas. Studiando gli sciami sismici avvenuti negli anni '80 a Campi Flegrei i ricercatori hanno ottenuto una 'radiografià di cosa è successo nel sottosuolo in quel periodo. «Abbiamo ottenuto così la prima immagine della sorgente della crisi dei Campi Flegrei avvenuta tra il 1983 e il 1984» ha detto De Siena all'ANSA. «È una zona calda posta a circa 4 chilometri di profondità nel mare, al largo di Pozzuoli nella quale - ha proseguito - fra i mesi di gennaio e aprile del 1984 si sono accumulati i fluidi, forse magma, acqua, gas, roccia calda, provenienti dalla camera magmatica posta a 7-8 chilometri di profondità».