Autismo, cos'è e perché non c'entra niente con i vaccini

Autismo, cos'è e perché non c'entra niente con i vaccini
La Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo giunge oggi, 2 aprile 2018, alla sua decima edizione. Ecco cos'è la sindrome diagnosticata per la prima volta nel 1943 e che per troppo tempo è stata, erroneamente, associata ai vaccini.

Giornata mondiale dell'autismo oggi, 2 aprile 2018: ecco perché è stata istituita​



COS'È L'AUTISMO Come riporta Focus, il primo a identificare l'autismo fu Leo Kanner, psichiatra statunitense di origini austriache, che descrisse i casi di una decina di bimbi con caratteristiche comuni: disinteresse verso il mondo circostante, bassa propensione alla socializzazione, manie per determinati oggetti e bizze incontrollabili ad ogni minima alterazione della routine quotidiana. Kanner decise di prendere in prestito dal collega Eugene Bleuler il termine autismo, usato inizialmente per descrivere il ripiegamento su se stessi degli adulti schizofrenici.
L'Onu e l'Oms hanno voluto istituire eventi dedicati alla consapevolezza di questo disturbo le cui cause sono ancora misteriose e che non è facile da classificare e diagnosticare. Sono diversi gli stadi di gravità in cui può manifestarsi l'autismo: tra le diverse forme troviamo anche la sindrome di Asperger, che un tempo era considerata separata ma altro non è che lo stesso disturbo in forma molto più lieve. Tra i simboli dell'autismo troviamo proprio il simbolo dell'infinito con i colori dell'arcobaleno, proprio per indicare le molteplici forme di questo disturbo.

I SINTOMI I sintomi dell'autismo compaiono di solito prima dei tre anni: difficoltà di linguaggio e di comunicazione, un approccio e un contatto emotivo anomalo e molte altre sfumature che rendono molto complicata la diagnosi. Questo disturbo colpisce, in media, quattro bimbi italiani ogni mille, con un'incidenza di quasi quattro volte maggiore nei maschi rispetto alle femmine.

Non vaccina il figlio nonostante l'obbligo, mamma no-vax arrestata​

AUTISMO E VACCINI, LA BUFALA INFINITA Da qualche tempo si è parlato, erroneamente, di una vera e propria epidema di autismo in atto da almeno 20-30 anni. Si tratta di un dato fuorviante, utile a supportare una bufala clamorosa, e ancora radicata, riguardante i legami tra vaccini e autismo. Occorre innanzitutto specificare che l'aumento dei casi è dovuto ad un maggior numero di diagnosi, dovuto anche ai progressi della ricerca e della scienza, che hanno consentito di individuare più facilmente i sintomi dell'autismo. Non sono i casi ad aumentare, ma l'individuazione da parte dei medici. Un po' come quando si parla del numero dei furti senza tener conto di quelli mai denunciati all'autorità giudiziaria, per intenderci.
La vera epidemia sembra essere quella nata nel 1998, quando il medico inglese Andrew Wakefield pubblicò su Lancet uno studio che, a suo dire, indicava una precisa correlazione tra presunti metalli pesanti presenti nei vaccini e l'autismo. La teoria fu accettata da gran parte della comunità scientifica e se ne parlò per anni, fino a quando un'inchiesta sui suoi studi costrinse Wakefield ad ammettere di aver falsificato la maggior parte dei dati per giungere a quella conclusione. Il medico fu radiato nel 2010, ma le sue teorie sono alla base di quelle di altri medici e 'no-vax' che hanno portato ad abbassare l'immunità di gregge a pericolosi livelli, senza cambiare di una virgola l'incidenza dell'autismo.

"Nessun nesso tra vaccini e autismo": la Cassazione nega l'indennizzo a un bambino​

QUALI SONO LE CAUSE? I falsi miti sull'autismo trovano terreno fertile anche a causa delle pochissime certezze sulle cause di questo disturbo comportamentale. L'ipotesi principale dibattuta dai ricercatori è la componente genetica, associata ad un danno organico che avverrebbe in alcune zone della corteccia cerebrale durante lo sviluppo fetale.

COME AFFRONTARE L'AUTISMO L'autismo è un disturbo comportamentale non curabile. Sono però necessarie delle terapie che consentano ai bambini di sviluppare in modo autonomo e armonioso la propria vita quotidiana, favorendone la socialità. Alcuni studi si starebbero concentrando sull'ossitocina, un ormone che modula gli aspetti del nostro comportamento sociale, ma siamo ancora ad un livello preliminare; il primo passo è quello dell'inclusione, anche se non sempre è facile. La consapevolezza sull'autismo è aumentata solo negli ultimi anni perché per lunghi decenni si è sempre preferito ignorare questo disturbo e chi ne era affetto. C'è ancora molta strada da fare, perché ancora oggi i bambini autistici vengono discriminati e vedono negarsi l'infanzia prima ancora del futuro.

Giubbotti imbottiti di sabbia a scuola per tenere fermi i bambini iperattivi
Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Aprile 2018, 13:49
© RIPRODUZIONE RISERVATA