Marchioni e Montanari, da Romanzo Criminale a Checov: una amicizia di scena

Marchioni e Montanari, da Romanzo Criminale a Checov: una amicizia di scena

di Alessandra De Tommasi
Zio Vanja, il dramma di Cechov, torna in scena con una coppia inedita: Vinicio Marchioni (anche regia) e Francesco Montanari. Gli ex sodali di Romanzo Criminale trasportano il dramma dalla Russia dell’800 all’Italia di oggi spezzata dal terremoto e dagli sciacalli che vi hanno lucrato sopra.

Cosa si porterà a casa il pubblico dopo lo spettacolo?
Vinicio Marchioni: «Una maggiore di presa: non chiediamo se esista o meno la speranza, Cechov ci dice che deve esserci. Si ride e si piange, quest’ora è lo specchio della vita».
Francesco Montanari: «Per me è un inno all’amore e mi auguro che il pubblico esca con questo desiderio».
Siete ottimisti?
VM: «Il passare degli anni mi porta verso una disillusione molto cinica. Niente ottimismo, semmai cerco di mantenere uno sguardo positivo sul mondo, anche se ho poca fiducia negli esseri umani».
FM: «Ognuno se vuole può lasciarsi morire. Invece serve il coraggio per guardare oltre e io me lo auguro».
Quale opera teatrale le ha lasciato il segno?
VM: «La prima volta a teatro con la scuola ho visto La mandragola di Machiavelli e gli attori sul palco mi sembravano giganteschi. Poi, dietro le quinte, mi sono sorpreso di come fossero persone normali. Eppure quel fascino di grandezza da allora me lo sono sempre portato dietro».
FM: «In una messa in scena di Molto rumore per nulla di William Shakespeare ho letto un tale bisogno umano di agire che mi ha convinto ancora di più del superpotere che ha il teatro, per la capacità di veicolare un’emozione con verità».
Cosa la fa arrabbiare dell’Italia di oggi?
VM: «Le bassezze dell’italiano medio, dalla volgarità all’incompetenza».
FM: «I soprusi della ignoranza. In 15 anni ho sempre votato “il meno peggio” e rivivo la malinconia dei miei genitori davanti a chi ci governa. Esiste uno scollamento tra la politica e la realtà. E qui entra in gioco la responsabilità di teatro, che dà voce alla dignità dell’uomo».
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Uno zio Vanja,da Zio Vanja di Cechov, con Vinicio Marchoni (a lato), anche regista e Francesco Montanari
(a destra) al teatro Ambra Jovinelli, via G. Pepe, 43-47, bigl. dal 15 al 25/02, ore 21 (da mart), sabato 16.30-21, dome-nica ore 17, bigl. 17-33 euro, info 0683082620
Ultimo aggiornamento: Venerdì 16 Marzo 2018, 11:00
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