Roma, gli affari degli Spada: le mani sugli stabilimenti grazie ai complici in Municipio

Gli affari del clan Spada: le mani sugli stabilimenti grazie ai politici Ecco chi li aiutava in Municipio

di Valentina Errante

Connivenze, infiltrazioni nell'amministrazione e amici nei posti chiave, pronti a garantire gli affari al clan. Ma le indagini della squadra mobil e dei carabinieri del nucleo provinciale non sono ancora concluse e guardano alla zona grigia, ossia amministratori e politici che hanno assicurato gli affari della cosca. Nel 2012 gli Spada completano la propria ascesa, fanno «salto di qualità», diventando i padroni di Ostia con il grande business degli stabilimenti balneari. Passaggi che avvengono grazie a funzionari e politici compiacenti sui quali i pm Ilaria Calò e Mario Palazzi stanno ancora lavorando. Tanto che il gip Simonetta D'Alessandro, oltre a citare il ruolo di Andrea Tassone, presidente del X municipio condannato nel processo Mondo di Mezzo, copre con omissis molti passaggi dell'ordinanza, proprio in relazione agli appoggi ottenuti dal clan all'interno delle amministrazioni. Ieri intanto davanti al gip Ruben Alvez Del Puerto, balzato agli onori della cronaca per avere aggredito assieme a Roberto Spada due giornalisti Rai il 7 novembre scorso, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

LA BLUEDREAM
Si legge nell'ordinanza: «È solo nel 2012 che la visibilità sfacciata dei fatti - per l'attenzione alle scelte governative prestata dai sodalizi criminali - non consente soluzioni quietistiche o sottovalutazioni di sorta: gli Spada si avvicinano al grande affare delle concessioni balneari attraverso la Bluedream, che li vede in interrelazione con soggetti inseriti nel contesto politico-istituzionale; e i Fasciani, già proprietari occulti del Faver Village operano la stessa manovra attraverso il Malibù beach srl, la Emmediesse group srl il Porticciolo srl». Un salto di qualità spiega il gip che «avrebbe definitivamente inquinato il contesto d'impresa, nel territorio, in una paurosa interrelazione con i soggetti istituzionali conferenti le concessioni». La concessione alla Bluedream viene consegnata il giorno successivo alla costituzione della società, che vedeva al proprio interno il fratello di un consigliere del municipio e la moglie di un sottufficiale della Marina, già condannati.

IL PENTITO
È Sebastiano Cassia, della famiglia di Cosa nostra catanese dei Santapaola, il primo collaboratore di giustizia che nel 2012 delinea, davanti agli inquirenti, i nuovi equilibri della mafia romana. «I Triassi - ha raccontato a verbale - sono stati estromessi dagli interessi criminali di Ostia che attualmente sono gestiti da Spada e dai Fasciani che gestiscono anche alcuni appalti....Per quanto riguarda la gestione degli stabilimenti balneari del litorale di Ostia, i Fasciani e gli Spada hanno interessi fino al villaggio Tognazzi, perché oltre detta località la spiaggia è interesse della famiglia siciliana Cannizzaro, che è proprietaria del locale Aquarius...Per meglio specificare i rapporti tra i Fasciani e gli Spada posso dire che nel locale Aquarius mi venne presentato un funzionario del Comune di Roma, gestore di un teatro di Ostia e con conoscenze all'interno del porto di Ostia, il quale mi disse che se avessi avuto del denaro da investire mi avrebbe fatto vincere una gara d'appalto».

MALA GESTIO
Scrive ancora il gip nell'ordinanza: «Sin dall'epoca della presenza dei Triassi, al dominio sul territorio si collega una grave mala gestio amministrativa, che ha innescato, per evidenti ragioni di profitto economico, in una spirale di patologiche cointeressenze tra privati e amministrazione, una serie di conflitti tra i soggetti interessati alla gestione dell'arenile e dei chioschi, culminati, nel 2007, nella gambizzazione di Vito Triassi, e, nel 2011 nell'ulteriore attentato a Vincenzo Triassi».

 
Ultimo aggiornamento: Domenica 28 Gennaio 2018, 09:16
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