Di Maio espelle Caiata da M5S: "Troppe omissioni". Lui: innocente

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Alla fine Luigi Di Maio ha escluso e quindi espulso Salvatore Caiata dal Movimento 5 stelle. Il patron del Potenza calcio indagato per riciclaggio e candidato all'uninominale di Potenza si era già autosospeso professandosi innocente ma non è bastato.

«Al di là delle sue eventuali responsabilità penali che sarà la magistratura ad accertare, per le nostre regole omettere un'informazione del genere giustifica l'esclusione dal MoVimento 5 Stelle», ha scritto il leader M5s Luigi Di Maio in un post su Fb. E ancora: «Caiata sapeva di questa inchiesta dal 2016 e non ne ha informato i vertici M5S quando si è candidato. Questa omissione gli è valsa l'espulsione
».



«Per me stamattina non è stato un buon risveglio, perché mi sono trovato coinvolto in questo ciclone mediatico che mi lascia sbalordito, triste, dispiaciuto, furibondo, con chi senza pietà e senza sapere distrugge la vita di una persona che si è sempre comportata per bene. Sono totalmente convinto della mia buona volontà, della mia buona fede e della mia innocenza ma non voglio che il MoVimento 5 Stelle abbia alcun danno da questa vicenda perché nulla c'entra. Per questo metto totalmente a disposizione tutta la documentazione che possa servire per chiarire questo attacco che mi viene rivolto e mi autosospendo dal Movimento». Questo il post di Caiata comparso su Facebook. 


Sul profilo Facebook del Movimento i vertici avevano optato per un post impersonale ma comunque intransigente: «In queste ore stiamo verificando qual è la situazione e stiamo leggendo i documenti, per capire effettivamente di cosa si tratta e fare poi le nostre valutazioni politiche.
Una cosa è certa: se accuse tanto gravi fossero confermate, non faremo sconti a nessuno». E si chiarisce: «Al momento della sua candidatura, naturalmente, Caiata ci ha fornito tutti i documenti che attestano che la sua fedina penale è pulita». 
L'avvocato di Caiata tra l'altro si è detto sicuro di arrivare ad archiviazione.

Oggi Di Maio aveva un appuntamento al Quirinale per anticipare e far arrivare la lista dei ministri al capo dello Stato Sergio Mattarella. E dunque la grana Caiata ha rappresentato un grande problema.

«Non c'è nessuna candidatura sbagliata, quando non si sa ancora di cosa si sta parlando. In queste ore il Movimento 5 Stelle come sempre sta facendo gli accertamenti, per capire di cosa si tratta, anche perché tutti, sia il M5S sia Caiata stesso, abbiamo appreso dell'indagine dai giornali stamani, e quindi prima non c'era la possibilità di fare alcuna valutazione», aveva detto il deputato pentastellato Alfonso Bonafede, fedelissimo di Di Maio, rispondendo, a margine di una iniziativa a Firenze, ai cronisti che gli chiedevano se la candidatura di Salvatore Caiata fosse stata un errore. «Ogni tanto può capitare che noi troviamo una persona non in linea con i requisiti richiesti e poi anche verificati - aveva aggiunto Bonafede - poi, eventualmente, questa persona finisce fuori dal M5S. Siamo gli unici che possono fare pulizia in questo Paese, perchè siamo gli unici che non fanno sconti a nessuno, nemmeno al proprio interno».

Bonafede ha poi rivendicato «il fatto che il M5S è l'unica forza politica che fa presentare a tutti i candidati il certificato penale per vedere se ci sono carichi pendenti o condanne, altrimenti non ti puoi candidare con il M5S. Noi - ha aggiunto - facciamo presentare dichiarazioni con cui una persona certifica di non partecipare a nessuna associazione segreta. Dalle altre parti, se uno ha un'indagine, è massone, magari gli fanno la medaglia al valore o lo aumentano di grado all'interno del partito», ha concluso.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Febbraio 2018, 21:38
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