Accademia della Crusca: "Di Maio maltratta i congiuntivi per dimostrare di non essere della casta"

Accademia della Crusca: "Di Maio maltratta i congiuntivi per dimostrare di non essere della casta"
«Dal punto di vista linguistico e dei contenuti, questa campagna elettorale sembra la più povera di sempre, al punto che se ne farà un oggetto di studio». Non usa mezzi termini Claudio Marazzini, il presidente dell'Accademia della Crusca, per definire gli slogan e le frasi fatte usate dai politici di ogni schieramento in vista delle elezioni del 4 marzo.



Il 'garante' della lingua italiana ne ha per tutti, non solo per Luigi Di Maio, spesso protagonista di gaffe linguistiche grossolane: «Sentiamo solo frasi fatte e titoli ad effetto come 'Prima gli italiani', 'Aboliremo la legge Fornero', 'Aiutiamo gli immigrati a casa loro' e 'Aboliremo le tasse universitarie'. Sono frasi lasciate volutamente orfane di un ragionamento completo».



Il professor Marazzini rincara poi la dose: «Per il momento, questa campagna elettorale sta uccidendo la lingua italiana». E quando gli chiedono di Luigi Di Maio, il candidato premier del Movimento 5 Stelle, e dei congiuntivi sbagliati a più riprese, l'accademico offre una possibile interpretazione del fenomeno: «Non voglio dire che lo faccia di proposito, ma quegli strafalcioni diventano un manifesto se pronunciati da lui: fa vedere che maltratta la lingua italiana proprio come tanti elettori, dimostrando così implicitamente di non essere uno della 'casta'. Anche queste cose possono portare voti».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 22 Gennaio 2018, 10:21
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