Lavoro, il posto fisso è un miraggio

Sempre più contratti a termine, sempre meno posti a tempo indeterminato. E' una precarietà che cresce e si allunga su ogni settore e fascia di età. Nel quarto trimestre 2017 il numero delle attivazioni di contratti a tempo determinato ha raggiunto il livello massimo, a quota 1 milione e 891 mila, dal 2011 mentre i contratti a a tempo indeterminato attivati sono stati solo 519mila, il valore più basso della serie, sempre dal 2011. L'occupazione insomma cresce (58,1% a fine 2017), avvicinandosi ai livelli pre crisi ma è sempre più precaria.
La diminuzione dei contratti stabili è legata alla progressiva riduzione degli incentivi fiscali: in tutto il 2017 le attivazioni e le trasformazioni a tempo indeterminato sono calate del 10,77% rispetto al 2016 e tornate ai livelli del 2014 (2,199 milioni), cioè ai livelli pre-incentivi.
Il picco dei nuovi contratti stabili si è avuto infatti tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016. Gli incentivi per le assunzioni stabili, sono stati infatti introdotti per la prima volta nel 2015 (allora al 100% lo sgravio sui contributi previdenziali. oggi al 50% in generale e al 100% al Sud). Dopo l'addio ai cosiddetti buoni-lavoro, cancellati esattamente un anno fa, continua a crescere poi il numero di lavoratori a chiamata o intermittenti, che nel quarto trimestre 2017 sono cresciuti del 69,2% rispetto allo stesso trimestre 2016, con un incremento di 89 mila unità. I sindacati si dicono preoccupati e chiedono che venga incentivata la buona occupazione puntando alla riduzione del costo del lavoro sul tempo indeterminato. (A.Sev.)

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Marzo 2018, 05:01
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