Rogo a Centocelle, i pm contro la scarcerazione del nomade Serif
di Davide Manlio Ruffolo
Il gip, nelle 15 pagine del decreto di scarcerazione, spiegava che «non sono stati acquisiti sufficienti indizi al di là di ogni ragionevole dubbio» della colpevolezza del Seferovic. Inoltre segnalava che «il dato di assoluto rilievo investigativo è rappresentato dal furgone di proprietà di Renato Seferovic, fratello del fermato, che consente di concentrare nel nucleo di appartenenza dei predetti indagati la responsabilità del fatto ma tale medesimo elemento, non consente tuttavia di escludere, in mancanza di ulteriori acquisizioni di indagine che il soggetto ripreso dalle immagini del sistema di videosorveglianza, anziché il Serif fosse altro soggetto, in ipotesi appartenente allo stesso gruppo familiare e che presentava le stesse caratteristiche fisiche, di per se non univocamente ascrivibili al solo Serif, a maggior ragione in mancanza di qualsiasi accertamento in ordine alle caratteristiche fisiche degli altri familiari di sesso maschile del predetto».
Una tesi, quella del gip, che non ha scalfito le convinzioni dei pm romani per i quali Serif resta il principale indagato ed è accusato di omicidio plurimo, tentanto omicidio e detenzione di oggetto incendiario. Tutt'ora ricercato il fratello Renato, proprietario del furgone usato per raggiungere il camper degli Halilovic, il cui ruolo nella vicenda è ancora al vaglio dei magistrati.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Giugno 2017, 10:22
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