Camorra e Scu a Roma: sigilli a Mizzica, Macao e Babylon.
Maxiblitz da 280 milioni, 23 arresti

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Ci sono anche storici bar della Capitale e locali frequentati da vip tra i 46 esercizi commerciali sequestrati nell'ambito dell'operazione antimafia dei carabinieri del Comando Provinciale di Roma e dalla Guardia di finanza. Tra questi i bar «Mizzica» di via Catanzaro e di piazza Acilia, risultati acquistati recentemente da uno dei due gruppi criminali sgominati con l'operazione, il locale «Macao» di via del Gazometro, frequentato dai vip della movida romana e la nota catena di bar «Babylon Cafè».

CAMORRA E SCU Sono due le organizzazioni criminali sgominate dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma e dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria della Capitale con l'operazione antimafia di oggi che ha portato a 23 arresti, altri 26 indagati e sequestri per 280 milioni di euro. Secondo gli inquirenti, un primo gruppo è riconducibile a Gaetano Vitagliano, considerato figura di spicco nel settore del narcotraffico internazionale e vicino al clan camorristico degli «Scissioniti». Per gli investigatori, scarcerato nel 2011 e stabilito a Roma, avrebbe costruito un vero e proprio impero attraverso il riciclaggio e il reimpiego di denaro sporco.

A quanto emerso dalle indagini, l'altra organizzazione, guidata da Giuseppe Cellammare, ex collaboratore di giustizia ritenuto negli anni '90 elemento di spicco della «Sacra Corona Unita», operava a Monterotondo, in provincia di Roma, e sarebbe stata caratterizzata dall'estrema violenza e dedita a usura ed estorsioni. Durante le indagini al gruppo è stato sequestrato un vero e proprio arsenale costituito da armi e munizioni, anche da guerra. Alcune vittime, oltre a essere state ripetutamente minacciate e picchiate, hanno subito anche intimidazioni come l'incendio si auto.

 
 

UN IMPRENDITORE LA FIGURA CHIAVE Sarebbe un imprenditore la «figura chiave» e la «cerniera» tra i due gruppi criminali sgominati oggi con l'operazione antimafia dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma e dei finanzieri del nucleo di polizia tributaria della Capitale. Per gli inquirenti l'imprenditore avrebbe «ripulito» il denaro attraverso società «schermo». In particolare avrebbe reinvestito diversi milioni di euro di provenienza illecita attraverso un progetto immobiliare di realizzazione di circa 200 appartamenti nel comune di Guidonia vicino Roma. Coinvolti nelle indagini anche un notaio, tre commercialisti e quattro dipendenti infedeli di banca, di cui due arrestati. Per gli inquirenti il denaro ripulito, con la partecipazione dei professionisti, veniva reimpiegato nel circuito legale tramite società create per la gestione degli esercizi commerciali, tutte fittiziamente intestate a terzi. 

"ENORME QUANTITÀ DI DENARO" «C'è una enorme quantità di denaro di dubbia provenienza che viene immesso nei circuiti dell'economia inquinandone settori e rendendo difficile l'attività degli imprenditori onesti»: lo ha affermato il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, nel corso della conferenza stampa per l'operazione antimafia eseguita dai carabinieri e dalla Gdf di Roma, ricordando alcuni risultati della lotta alla criminalità in atto nella capitale. Sono 118 le misure cautelari eseguite dai carabinieri del Comando provinciale di Roma da aprile a oggi, a cui si aggiungono 582 chili di cocaina, 519 di hashish e 150 chili di marijuana sequestrati nello stesso periodo. A quanto reso noto, nel mese di giugno la guardia di finanza di Roma ha eseguito 25 ordinanze di custodia cautelare ed effettuato sequestri di beni per 507 milioni di euro. «Queste cifre dimostrano la mia gratitudine verso tutte le forze di polizia che operano su Roma» ha detto Pignatone, ribadendo che «il contrasto alla criminalità organizzata è uno dei grandi problemi della città». 

IL BLITZ QUESTA MATTINA Arresti e sequestro di beni da 280 milioni di euro a Roma tra cui bar, ristoranti, pizzerie e sale slot. I carabinieri del comando provinciale stanno eseguendo una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 23 persone ritenute responsabili a vario titolo di appartenere a due associazioni a delinquere finalizzate a estorsione, usura, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e il fraudolento trasferimento di beni o valori.

Nel corso di un'operazione condotta anche con la partecipazione dei finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di Roma, i carabinieri stanno eseguendo i 23 arresti. Decine le perquisizioni e un decreto di sequestro di beni, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma su richiesta della DDA della Capitale, che i carabinieri ed i finanzieri stanno eseguendo con il sequestro di bar, ristoranti, pizzerie e sale slot, immobili, rapporti finanziari e bancari, auto e moto, società, quote societarie.

La maxi-operazione scaturisce da un'indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, denominata «Babylonia», su due sodalizi criminali «in vertiginosa crescita» sul territorio capitolino, con base a Roma e Monterotondo .
Ulteriori particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11 al Comando Proviciale dei Carabinieri di Roma, alla presenza del Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone e del Procuratore Aggiunto Michele Prestipino.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Giugno 2017, 16:23
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