Bartendence, la scuola che unisce gli stili

Bartendence, la scuola che unisce gli stili
Dal barista al barman acrobatico che, con le sue performance spettacolari, sa tenere tutti gi occhi puntati su di sé. Creando un vero e proprio evento nell'evento. L'arte è la stessa, quella del bancone del bar, ma ha tante sfaccettature diverse, tutte da scoprire e imparare se si vuole essere veri professionisti.

Nasce così, nel 2008, la scuola di formazione Bartendence (http://www.bartendence.com/), in via Rocca Priora 47 vicino alla fermata di Colli Albani in zona Tuscolana, dedicata all'affascinante mondo del bar, dei locali e della somministrazione di bevande di ogni genere. Dai cocktail tradizionali alle nuove miscele con i giusti accostamenti che fanno del barista una figura sempre più professionale. A spiegarne la serietà e la formazione è Simone Morri, fondatore e amministratore di Bartendence .

Come nasce la scuola Bartendence”

“Le strutture formative in ltalia sono molto numerose, specialmente nei grandi centri metropolitani come Milano, Bologna, Torino, Napoli ed ovviamente Roma. Proprio nella Capitale esiste dal 2008 Bartendence, è una scuola di formazione che incentra la propria filosofia formativa sulla fusione dei due stili lavorativi che spesso risultano in contrapposizione tra loro, con le figure del barman classico e del bartender di scuola american bar. Bartendence nasce con l'intenzione di fondere due metodi di lavoro, i quali hanno caratterizzato l’intero sviluppo professionale all’interno della professione del barman”.

Si tratta di figure molto diverse tra loro, perché fonderle?

“Tale fusione avviene tra il barman classico, che spesso viene identificato con la figura del barman da hotel, e quello più moderno, caratterizzato dall’uso delle tecniche di american bar, da una maggiore velocità di esecuzione e da una spiccata spettacolarità. Il motivo della volontà di unire le due figure nasce dalla considerazione che ambedue le figure lavorative hanno delle lacune che possono colmarsi unendo alcuni fattori: il barman classico è sicuramente più lento e poco adatto ad un'alta frequenza di drink da costruire mentre il bartender moderno dà troppa importanza alla velocità a discapito della qualità. Per questi motivi ho intuito che solo con l’unione delle caratteristiche forti dei due stili si possa trovare la giusta misura e la migliore formazione possibile”.

Poi c’è il caffè, un’arte tutta made in Italy.

“Verissimo, l’ambito della caffetteria è molto richiesto perché in questo settore la qualità del barista è fondamentale. Esiste una professionalità in questo campo, che va assolutamente presa in considerazione al momento di avviare un’attività come quella del bar. Anche perché il buon caffè, preparato e presentato con maestria e competenza sulle miscele, porta poi con sé tutto il resto dagli aperitivi ai cocktail e via dicendo”.

Che tipo di corsi organizzate?

“Ce ne sono diversi ogni mese, la scuola è aperta dal lunedì al sabato dalle 10 alle 19. Il corso di primo livello da barman è di 43 ore, il livello avanzato arriva anche a 100 ore. Dipende dalla richiesta del corsista e dal tipo di specializzazione che vuole prendere”.

Qual è l'aspetto più importante?

“Qualità e velocità sono alla base del mio metodo, con la qualità in primo piano rispetto a tutto il resto. In questi tempi, in cui le strutture formative sono molte, noi ci distinguiamo per serietà e competenza, con docenti che hanno esperienze ultra decennali sia nella formazione che nell'ambiente lavorativo, purtroppo è sempre più ricorrente trovare dei docenti molto giovani, appena usciti essi stessi dai corsi, che ovviamente non possono vantare esperienza”.

Il rischio di ritrovarsi con formatori improvvisati è alto?

“Purtroppo ci sono sempre più spesso, in giro, formatori alle prime armi. E questo fatto provoca danni nell'ambiente. Sono purtroppo molte le strutture che non investono nei formatori: non è raro trovare docenti che siano appena usciti dai corsi, ed è quindi tutto in funzione del business, senza un minimo di esperienza e passione”.

Sono i giovani a rivolgersi a voi?

“Certamente tra i nostri corsisti si trovano molti ragazzi giovani ma anche persone che hanno già un locale o in cui lavorano: questo perché la professione è cambiata molto negli ultimi anni e c'è bisogno di aggiornarsi. Il 60% dei corsisti ha meno di 30 anni ma c'è un 40% che arriva e supera i 40 anni. Chi apre un bar oggi non si trova più di fronte ad una proposta di aperitivo standard, non esiste più il concetto del cocktail già preparato e c'è quindi la necessità di una maggiore competenza, anche in ambienti più popolari. Vengono da noi anche persone che intendono crearsi un altro tipo di professionalità e professione, ad esempio persone che vogliano imparare un nuovo mestiere”.

Che cosa insegnate innanzitutto?

“E' fondamentale saper spiegare il bar più che un cocktail. Mi spiego meglio: spiegare una ricetta è semplice ma trasmettere l'atmosfera del bar è tutta un'altra cosa. Bisogna conoscere le tecniche giuste per poter realizzare tutti i cocktails. Studiare una ricetta senza conoscere una metodologia di lavoro è inutile.

La Scuola si trova a Roma Sud, in Via Rocca Priora 47 in zona Tuscolana, ed è aperta da lunedì al sabato dalle 10 alle 19.




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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Marzo 2017, 08:45
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